ASCOLI – Lo stabilimento di Ascoli della Pfizer potrebbe produrre la pillola anticovid. O almeno il suo confezionamento. Lo confermano fonti sindacali dell’azienda. La pillola antivirale è ora in fase di sperimentazione negli Stati Uniti e permetterebbe di sostituire il vaccino nella lotta al contrasto all’infezione polmonare causata dal virus. Il nuovo farmaco, identificato per ora dalla sigla Pf-07321332 sarebbe più efficace del vaccino, nel combattere la malattia e prevenire i rischi di complicazioni varie. Attualmente Pfizer sta svolgendo dei test approfonditi e potrebbe arrivare ad ottenere risultati positivi dalla sperimentazione gà entro novembre.
L’ipotesi: produzione a Friburgo e confezionamento ad Ascoli
A quel punto lo stabilimento ascolano del colosso farmaceutico americano – uno dei due soli in Italia, con quello di Catania – potrebbe essere direttamente coinvolto nel processo produttivo. Anche se in una primo momento, solo nella fase finale di confenzionamento della pillola. «Non è stata ancora deciso nulla – spiega una fonte sindacale del sito piceno – ma Ascoli ha buone possibilità di partecipare al progetto, a partire forse dal prossimo anno. La produzione del farmaco antivirale partirebbe nello stabilimento tedesco di Friburgo, una volta ottenute le autorizzazioni da parte della agenzie di controllo Usa ed europee, e poi la fabbrica ascolana confezionerebbe il tutto. Ma non è escluso che nei mesi seguenti, possa anche essere utilizzata per la produzione».
Incertezze sulla nuova occupazione
Attualmente alla Pfizer di Ascoli lavorano 655 addetti, di cui un centinaio interinali. Ma non è certo che il progetto della compressa anticovid, porti ad un ampliamento dell’organico locale. E questo perchè una nuova società fondata dal gruppo Usa, la Viatris – fusione tra Mylan e Upjohn – sarebbe intenzionata a portare una parte della produzione di farmaci generici in stabilimenti dove il costo della manodopera è minore, a cominciare dall’Asia. Per questo se il progetto produttivo della nuova pillola antivirale andasse in porto, non comportebbe grandi modifiche sul piano dela nuova occupazione locale. Comunque sia il prodotto ora in fase di avanzata sperimentazione, rappresenta una novità positiva per lo stabilimento ascolano, capace di garantire una continuità produttiva alla fabbrica nel prossimo futuro. Nelle prossime settimane tutto sarà più chiaro. E l’azienda comunicherà quali saranno le sue scelte per la produzione e il confezionamento del nuovo farmaco.