SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Una location più spaziosa e vicina al centro. Si tratta del nuovo centro vaccini di San Benedetto, inaugurato da pochi giorni e subito pieno di lavoro. Dopo le lamentele arrivate nelle scorse settimane, infatti, a seguito dei disservizi che alcuni utenti avevano riscontrato nel ‘vecchio’ hub, l’Asur e l’amministrazione comunale hanno messo a disposizione dei cittadini la struttura di via Vittorio Veneto. E, nei primi giorni di somministrazione, si sono recate al centro vaccinale più di cento persone al giorno. Numeri importanti, dunque, se si considera il fatto che in tutto il Piceno l’andamento dei contagi è in fase discendente, per fortuna, dopo mesi abbastanza complicati.
L’analisi
A fare il punto della situazione è il dottor Claudio Angelini, direttore del dipartimento di prevenzione dell’Area Vasta 5. «Solo nel primo giorno di apertura del nuovo hub abbiamo vaccinato oltre 120 persone – spiega il medico -. Nella maggior parte si è trattato di quarte dosi. Poi c’è stata anche qualche terza dose. E, sorprendentemente, qualcuno che era stato sempre resiliente alla vaccinazione ne ha invece approfittato per sottoporsi alla prima dose. Questo, ovviamente, ci fa piacere. Per quanto riguarda il nuovo centro vaccinale, devo ammettere che ci sono spazi confortevoli, con una sala d’aspetto molto ampia e comoda. Inoltre, l’effettuazione della vaccinazione avviene in ambienti sicuri, in quanto si tratta pur sempre di un atto medico che richiede appunto una location adeguata. Ciò soprattutto in termini di percezione della sicurezza da parte della popolazione. Ricordo che la prenotazione va sempre fatta sul sito regionale e i giorni di apertura sono rimasti gli stessi, ovvero il lunedì e il mercoledì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18. La vaccinazione è molto importante – conclude il dottor Angelini -, perché la quarta dose riattiva il nostro sistema immunitario, in quanto gli anticorpi prodotti dalle vaccinazioni, con il tempo, tendono a diminuire. Quindi, se ci sono persone fragili, a causa dell’età o patologie concomitanti, qualora si infettino il problema diventa importante. Infine, è fondamentale traghettare tutti verso ottobre, quando potrebbe esserci un’altra ondata».