ASCOLI – Tanti i profughi accolti in questi ultimi giorni nel Piceno, arrivati ovviamente dall’Ucraina, ma pochi di loro sono vaccinati o hanno intenzione di vaccinarsi. Ad annunciarlo è direttamente l’Asur, che è in continuo contatto con la Questura per organizzare al meglio l’accoglienza e provvedere anche ai tamponi per chi è in fuga dalla guerra, evitando così che possano portare il covid sul territorio. Al momento, in provincia, sono oltre duecento gli ucraini ospitati nei vari comuni.
L’appello dell’Asur
«Queste persone che arrivano dall’Ucraina possono liberamente recarsi nei distretti di Ascoli, all’ospedale Mazzoni, e di San Benedetto, in via Romagna – spiega il dottor Claudio Angelini, direttore del dipartimento di igiene e sanità pubblica dell’area vasta 5 -. Qui passano al Dat, ovvero il dipartimento amministrativo territoriale, e vengono assegnati a un medico di medicina generale o un pediatra di libera scelta. Inoltre, vengono iscritti al sistema sanitario nazionale. Abbiamo la possibilità, ovviamente, di vaccinare queste persone con le dosi Pfizer, sia i bambini che gli adulti. Purtroppo, però, ad oggi non c’è una grande adesione alla campagna vaccinale da parte dei profughi».
I numeri
Sembra, infatti, che siano solamente 16 i vaccini inoculati alla popolazione ucraina arrivata nel Piceno. Per loro, comunque, sono a disposizione anche le altre vaccinazioni, quindi non soltanto quella anti-covid. Da parte dell’Asur, dunque, giunge la sollecitazione a sottoporsi alle dosi anticovid, per fare in modo che la loro accoglienza possa essere ancora più sicura.