SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Andare incontro alle esigenze degli esercenti ma, allo stesso tempo, tutelare anche i residenti del centro cittadino. Questo il duplice obiettivo che intende raggiungere l’amministrazione comunale di San Benedetto del Tronto, guidata dal sindaco Antonio Spazzafumo, attraverso l’ordinanza che prevede la chiusura obbligatoria dei locali alle due di notte. Una decisione, ovviamente, che ha sollevato più di qualche polemica.
La sperimentazione
Lo scorso anno, proprio a primavera, avvenne la sperimentazione di tale idea, che poi portò all’obbligo di chiusura dei locali alle 3 nel corso dei mesi estivi. Quest’anno, dunque, con l’arrivo della primavera, il Comune vuole riprovarci, soprattutto per evitare la cosiddetta ‘movida molesta’. Obbligando i locali ad abbassare le serrande alle 2, infatti (in estate prevista la proroga fino alle 3), potrebbe consentire di evitare fenomeni quali schiamazzi notturni e disturbo della quiete pubblica. In tal modo, dunque, si tutelerebbero i residenti del centro, ma la decisione non viene vista di buon grado dai gestori degli stessi esercizi, i quali si sono già lamentati con l’amministrazione, chiedendo di discutere insieme in merito a tale ordinanza. Qualcuno vorrebbe prolungare l’orario di apertura, altri invece vorrebbero non avere limiti.
Le limitazioni
Entrando nei dettagli, comunque, l’ordinanza dovrebbe prevedere l’obbligo di chiusura delle attività tra le 2 e le 6 del mattino nel quadrilatero compreso tra via Roma, via Moretti, viale Marina d’Italia e la strada statale 16, ovvero le zone che sono maggiormente a ‘rischio movida’, per così dire. La stessa ordinanza, che molto probabilmente verrà emessa ad aprile, prevederà anche il divieto di somministrare alcolici per l’asporto, per gli stessi locali, dalle 21 alle 6. Lo stesso divieto dovrebbe riguardare, poi, le bevande in contenitori di vetro e lattine. Dopo le 23, poi, stop alla musica, mentre nel weekend si potrà arrivare a ‘suonare’ fino a mezzanotte e mezza. Per chi sgarrerà, saranno previste sanzioni dure e anche la chiusura del locale per un massimo di quindici giorni.