SAN BENEDETTO – Uno sciopero per protestare contro l’aumento spropositato del prezzo del gasolio, che ha messo in ginocchio tutta la categoria. È quanto organizzato dalla marineria di San Benedetto, con i pescherecci che sono fermi al porto già da ieri notte e ci resteranno per tutta la settimana. Le barche, quindi, non usciranno nemmeno nei prossimi giorni, nella speranza che le cose possano cambiare al più presto.
Gli armatori
«Nel corso degli ultimi due anni – spiega l’armatore sanbenedettese Pietro Ricci, che fra l’altro è anche consigliere dell’associazione Imprese Pesca – il gasolio è aumentato addirittura del 300 per cento. E, come potete immaginare, la situazione è diventata ormai insostenibile. Abbiamo illustrato la problematica anche al vicecomandante della capitaneria di porto, che ha compreso il nostro stato d’animo e si è mostrato molto collaborativo. Per il momento, comunque, tutte le unità da pesca, dalle vongolare alle volanti, sono rimaste in porto. E ci resteranno per qualche altro giorno».
La manifestazione
Nelle ultime ore, a San Benedetto, è arrivato anche Francesco Caldaroni, coordinatore nazionale degli armatori, che ha colto ovviamente l’occasione per incontrare i pescatori di tutta la riviera picena. «È un momento critico per la pesca e penso che la politica dovrebbe iniziare a farsi qualche domanda vedendo i pescherecci fermi in tutti i porti della penisola – ammette lo stesso Caldaroni -. Il settore della pesca è letteralmente massacrato, ogni normativa nuova che arriva è una spesa aggiuntiva a carico della ditta e adesso è arrivata la bordata del caro gasolio che rappresenta il 60 per cento della spesa dell’attività, che rende impossibile riprendere il mare. Stando tutte le barche ferme, sui mercati non si troverà più pesce fresco dei nostri mari, ma si potrà avere solo prodotto ittico importato dall’estero – conclude il coordinatore nazionale degli armatori -. Stiamo organizzando una manifestazione di protesta a Roma, per far sentire la nostra voce».