ASCOLI – Se non è speculazione, poco ci manca. Non hanno fatto in tempo a dispiegare i propri effetti benefici sul comparto edilizio, che già Superbonus ed Ecobonus per le ristrutturazioni rischiano di far innescare un aumento sostenuto dei prezzi dei materiali. Mettendo in difficoltà soprattutto le piccole aziende del settore che finalmente, dopo anni di crisi, iniziavano a vedere una luce in fondo al tunnel.
L’allarme è lanciato dalla Cna di Ascoli, che denuncia impennate dei prodotti indispensabili per gli interventi edili che vanno dal 20% fino al 70%. Tutto ciò a seguito del notevole incremento della domanda di ferro, calcestruzzo, legno provocata dalla crescita degli appalti nelle manutenzioni, nell’impiantistica e riqualificazioni energetiche di palazzi e condomini, oltre che della ripresa dei lavori di sistemazione nell’area del cratere sismico.
«Le nostre imprese di costruzione – afferma il direttore della Cna provinciale, Francesco Balloni – segnalano aumenti davvero ingiustificati dei prezzi del materiale dopo l’approvazione dei provvedimenti governativi. Gli incrementi oscillano da un minimo del 10 per cento ad un massimo del 60 per cento. Nel dettaglio, il calcestruzzo mediamente più 12 per cento; materiale isolante più 15, ferro più 30, legno più 20. Tutto il materiale da cantiere ha registrato una vera e propria impennata che rasenta la speculazione con un aumento vicino al 70 per cento».
Insomma, da un lato il Superbonus del 110 per cento per ristrutturazioni ed efficientamento (prorogato fino a tutto il 2022) e dall’altro l’Ecobonus del 90 per cento per le facciate, sono misure che hanno creato grandi aspettative nel settore edile, favorendo una notevole mole di piccoli cantieri diffusi nelle città e nel territorio piceno. Dall’altro però hanno scatenato una corsa al rincaro dei prezzi delle forniture che rischia di erodere i margini di guadagno di quelle aziende minori che stavano ripartendo grazie alle norme di legge e agli incentivi fiscali.
Aziende che tra le poche nell’economia provinciale avevano ricominciato ad assumere personale, proprio per far fronte alle nuove commesse private. Tanto che secondo una nostra inchiesta recente le aspettative per il territorio parlavano di un potenziale aumento dell’occupazione nel settore di 2 mila unità, nel corso del 2021. Un aumento che può essere frenato da questo nuovo fattore d’impresa, che incide molto sui costi generali delle attività più piccole.
A tutto questo inoltre si aggiunge anche la preoccupazione degli imprenditori circa le possibilità che le complessità burocratiche esistenti in materia, possano vanificare gli effetti positivi delle norme approvate nel 2020. Secondo un sondaggio della Cna, nell’Ascolano il 64,2% degli operatori del comparto ritiene che le attese per i tempi lunghi della burocrazia hanno già prodotto un rallentamento dei lavori negli ultimi mesi.
Dunque molte incertezze ancora per un settore che dovrebbe rappresentare un volano dell’economia, soprattutto in tempi di restrizioni per il covid che si sommano ad una recessione che dura ormai da molti anni. Il 2021 sarà un anno decisivo per verificare se la timida ripresa appena partita potrà davvero dare dei benefici stabili alle imprese e all’occupazione nel territorio locale.