ASCOLI – Un Natale diverso, quello che vivranno i lavoratori della Beko che rischiano il posto di lavoro, 320 dei quali a Comunanza. Festività da trascorrere con un velo di tristezza nel cuore e con tanta preoccupazione per un futuro incerto. Prima di un mese, infatti, non ci saranno ulteriori novità, dopo che la multinazionale ha preso tempo, al termine del vertice di martedì scorso al Ministero. Per ora la chiusura dello stabilimento comunanzese è stata confermata dall’azienda.
Le richieste
Tante le reazioni scaturite dal tavolo di martedì, ovviamente bipartisan, anche se dal centrosinistra e dai grillini viene chiesto al Governo di non temporeggiare troppo.
«L’atteggiamento di Beko è irricevibile – commenta, ad esempio, l’onorevole Giorgio Fede, del Movimento Cinque Stelle -. Con lo stop al plant di Comunanza nelle Marche, oltre a quello di Siena e Cassinetta, si mette in atto un’autentica ‘macelleria sociale’, con quasi duemila lavoratori che ad anno nuovo saranno a spasso. E’ chiaro che Urso, che ha detto di voler concedere un tempo supplementare all’azienda, deve passare subito alle maniere forti».
«Una posizione totalmente inaccettabile – gli fa eco Augusto Curti, deputato del Pd -, che continueremo a respingere con forza, promuovendo la massima unità. Chiediamo al ministro Urso un atto di definitiva chiarezza, fornendo allo strumento immediata esecutività. Continuo a ribadire la necessità di elaborare strumenti normativi specifici – conclude l’ex sindaco di Force -, a favore delle aziende insediate presso le aree interne, che siano in grado di compensare i maggiori oneri di produzione».