ARQUATA DEL TRONTO – Cinque ricorsi rischiano di bloccare la ricostruzione di Arquata del Tronto, il Comune piceno maggiormente colpito e devastato dal terremoto del 24 agosto 2016 e dalle scosse delle settimane successive. A presentarli sono stati alcuni residenti della frazione di Piedilama, che si sono rivolti al Tar delle Marche, ritenendo di dover tutelare i propri diritti, per bloccare l’adozione dei piani urbani attuativi.
La questione
Questi erano stati redatti dall’archistar Stefano Boeri e dal pool di progettazione per la ricostruzione delle sette frazioni perimetrate ai quali il consiglio comunale ha dato il via libera lo scorso mese di dicembre. Di fatto, i cittadini temono un eccessivo consumo di suolo e chiedono che vengano adottate le procedure ordinarie invece di affidarsi alle ordinanze in deroga che invece sono state seguite per dare il via alla ricostruzione post sisma. «Ognuno fa ciò che crede – spiega il sindaco di Arquata, Michele Franchi -, ma questi ricorsi ci lasciano un pochino abbacchiati. I ritardi sono sotto gli occhi di tutti, perché sono trascorsi quasi sette anni dal terremoto. I cittadini hanno tutto il diritto di fare ricorso, ma è assurdo mettere a rischio l’interesse di tutti per tutelare l’interesse di pochi. Aver saputo di questi ricorsi, francamente, ci fa male».
I risvolti
Nel frattempo, l’amministrazione comunale di Arquata del Tronto, così come la Regione Marche, la Provincia e l’Ufficio Speciale Ricostruzione hanno deciso di costituirsi in giudizio. Ciò, ovviamente, in quanto certi di aver svolto l’iter regolarmente e del corretto operato della conferenza permanente chiamata a valutare tutte le prescrizioni e le eccezioni al piano che erano state presentate da enti e cittadini prima dell’approvazione definitiva dei piani urbani attuativi. Il sindaco Michele Franchi non nasconde la sua preoccupazione per un eventuale blocco che rischierebbe di far perdere anche importanti risorse a tutto il territorio terremotato.