ASCOLI – Le polemiche non si placano. Anzi, sono sempre più accese in merito alla persistente chiusura del ponte sull’Ancaranese, che collega due province, quella di Ascoli e quella di Teramo, trovandosi all’altezza di Castel di Lama, e dunque due regioni, le Marche e l’Abruzzo. Si tratta di uno snodo cruciale per il traffico, considerando il fatto che lì c’è l’uscita della superstrada Ascoli-Mare e funge anche da raccordo per il transito dei tir e degli altri mezzi pesanti che riforniscono le attività commerciali locali, tra cui un ipermercato, e le tante aziende della vallata del Tronto.
La situazione
Il ponte, che dovrà essere demolito e ricostruito in quanto non più sicuro, è chiuso ormai da mesi, con la circolazione stradale che quotidianamente va in tilt. Le Province di Ascoli Piceno e Teramo, responsabili della gestione, hanno espresso preoccupazioni durante una conferenza stampa, sottolineando che, nonostante siano disponibili undici milioni di euro per la ricostruzione, la Soprintendenza delle Marche si appresta a vincolarlo opponendosi, di fatto, all’abbattimento e alla costruzione di un nuovo ponte, preferendo invece preservare quello storico. Il presidente della Provincia di Ascoli, Sergio Loggi, ha anche annunciato di essere disposto a rivolgersi alla premier Meloni se la situazione non dovesse sbloccarsi.
Il progetto
Il progetto proposto dalle due Province prevede la demolizione del ponte in muratura, costruito nel 1870 e ricostruito nel 1944 dopo i bombardamenti, insieme a quello parallelo in cemento, per realizzarne uno moderno e sicuro, transitabile in entrambe le direzioni. Tuttavia, il vincolo della Soprintendenza potrebbe far aumentare notevolmente i costi. In attesa di una soluzione definitiva, verranno installati semafori con sensori di traffico per regolare la circolazione sul ponte in cemento, istituendo il senso unico alternato.