Ascoli Piceno-Fermo

Al via il progetto per liberare il fiume Tronto dalle plastiche

Coinvolti anche i fiumi Aniene e Tevere nell'iniziativa dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale, che vede tra i partner anche Legambiente

Al via il progetto Plasticentro. Foto Legambiente

C’è anche il Tronto, insieme al Tevere e all’Aniene, tra i fiumi coinvolti in “Plasticentro”, progetto per liberare i corsi d’acqua dalla plastica e salvare il mare. Sotto la guida dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale (AUBAC) con la partecipazione di Enea, Arpa Umbria, Arpa Lazio, Università Politecnica delle Marche e Legambiente, “Plasticentro” sperimenta misure per il contrasto all’inquinamento tramite monitoraggio e raccolta rifiuti, implementazione di barriere galleggianti e validazione della minimizzazione delle microplastiche tramite unità di microfiltrazione delle acque reflue nelle regioni Lazio, Umbria e Marche. Oltre al partenariato partecipano e collaborano poi alle attività di progetto diverse importanti realtà territoriali, tra cui la Regione Lazio, RAM/Capitaneria di Porto di Roma, Contratto di Fiume Tevere Foce-Castel Giubileo, Regione Marche, Regione Abruzzo, Contratto di Zona umida Gestore RN Sentina, EGATO ATO2, ACEA-ATO2, Regione Umbria e Regione Abruzzo.

Marco Casini

«Siamo veramente soddisfatti per l’avvio del progetto Plasticentro che permetterà all’Autorità di Bacino dell’Appennino Centrale, in collaborazione con prestigiosi e validi partner, di avviare una importante indagine e contribuire a liberare dalle plastiche i fiumi Tevere, Nera, Aniene e Tronto – fa sapere Marco Casini, segretario generale AUBAC -. Con questo progetto diamo il segno concreto di quanto sia stata fondamentale l’approvazione della Legge Salva Mare nel 2022. Grazie alla semplificazione delle disposizioni in materia di recupero dei rifiuti in mare e acque interne e adeguati finanziamenti, sarà possibile portare a termine non solo una campagna di raccolta dei rifiuti fluviali – da quelli galleggianti fino a quelli sulle sponde – ma anche di monitoraggio e analisi scientifiche affidate ai partner in azione e Legambiente che ci restituirà quadro della situazione riguardo la problematica della plastica nei nostri fiumi. Obiettivo del progetto Plasticentro, appena avviato, non è solo ripulire i fiumi dalla plastica per salvaguardare i nostri mari ma porre l’attenzione alla salvaguardia degli ecosistemi fluviali coinvolgendo e sensibilizzando tutti gli stakeholders sui territori».

Pulizia, censimento e catalogazione

“Plasticentro” (Misure sperimentali per il contrasto all’inquinamento da plastiche nei corsi d’acqua del Distretto dell’Appennino centrale), prevede che fino a dicembre 2026 il partenariato sarà impegnato in numerose attività mirate a intercettare e raccogliere i rifiuti plastici presenti nei corsi d’acqua e sulle sponde prima che giungano al mare. Le attività riguarderanno sia le microplastiche, sia i macro-rifiuti, con azioni volontarie e di sensibilizzazione che prevedono la pulizia e la raccolta dei rifiuti lungo le sponde dei tre fiumi in diversi punti nel Lazio, Umbria e Marche. Da Roma a Perugia, da Ostia alla Riserva della Sentina (AP), in concomitanza con la pulizia verrà svolta l’attività di censimento e catalogazione dei rifiuti rinvenuti per stabilire le principali tipologie di rifiuto e le attività dalle quali derivano.

I dati sulle tipologie, categorie e concentrazione dei rifiuti forniti dai volontari saranno raccolti dall’ufficio scientifico di Legambiente, elaborati e riportati in una relazione in cui verrà ricostruito anche lo studio delle fonti. La relazione confluirà nella redazione di un Protocollo standard condiviso, con tutte le informazioni necessarie per poter procedere con misure di prevenzione mirate ed efficaci, da promuovere anche nei Comuni lungo i fiumi.

Barriere galleggianti e microplastiche

Tra le azioni più importanti previste dal progetto, l’implementazione di barriere galleggianti per il recupero delle macro-plastiche nei tre fiumi. I sistemi di intercettazione saranno posizionati trasversalmente alla corrente del fiume, col compito di convogliare il materiale galleggiante a ridosso delle sponde. Il materiale raccolto sarà separato in materiali omogenei, inseriti in appositi contenitori (big bag), e conservato in un’area di deposito temporaneo fino al successivo trasporto a discarica o impianto di recupero. Quest’azione permetterà di analizzare le tipologie dei rifiuti plastici e le relative distribuzioni temporali nel corso dell’anno, in relazione ai fenomeni atmosferici, per poter individuare azioni di prevenzione e sensibilizzazione adeguate.

Specifiche attività saranno dedicate anche allo studio delle microplastiche, tramite sistemi di microfiltrazione delle acque reflue del Servizio Idrico Integrato e all’implementazione di un protocollo di monitoraggio delle microplastiche nei fiumi. Oltre al Tevere, in questa attività di monitoraggio verrà in parte coinvolto il suo affluente di maggior portata, il fiume Nera.

Il fiume Tronto nel tratto di Ascoli Piceno – Immagine Ars Tronto Ascoli Piceno
I numeri dell’inquinamento da plastica

Ogni anno nel mondo vengono immessi nei fiumi, nei laghi e negli oceani da 9 a 23 milioni di tonnellate di rifiuti plastici, cui si aggiungono altre 13-25 milioni di tonnellate negli ecosistemi terrestri. Secondo un recente report dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (Marine Litter in Europe – An integrated assessment from source to sea), ogni anno 626 milioni di oggetti galleggianti in media – tra i 307 e i 925 milioni – (pari a 3382 tonnellate di rifiuti all’anno) entrano dai fiumi nei mari regionali europei da 32 Paesi costieri dell’Unione Europea e dell’Eurasia. Il Mar Mediterraneo in particolare riceve il 36% dei rifiuti fluviali immessi in Europa. Secondo il report The Mediterranean: Mare Plasticum dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) nel bacino mediterraneo si trova oltre un milione di tonnellate di plastica. L’Italia figura tra i paesi che contribuiscono maggiormente a questo fenomeno con l’11,3% dell’apporto di macro-rifiuti dai fiumi, seconda solo alla Turchia che contribuisce per il 16,8%.

A evidenziare questi dati è Legambiente, che sottolinea come il danno non riguardi soltanto l’ecosistema marino: «recenti studi hanno evidenziato come una parte significativa di rifiuti provenga e resti nell’ambiente fluviale, andando ad intensificare gli effetti negativi anche in questo ambiente».

Il ruolo dei fiumi locali

Se fino a pochi anni fa si credeva che fossero i grandi fiumi i principali responsabili del trasporto della maggior parte dei rifiuti plastici che dalle acque interne vanno a mari e oceani, studi più recenti hanno evidenziato il forte contributo di quelli, anche di minori dimensioni, che attraversano aree urbane densamente popolate.

A livello locale, i rifiuti nei sistemi fluviali hanno un impatto diretto perché aumentano i rischi di alluvione nelle aree urbane ostruendo le fognature e altre infrastrutture idrauliche. Nei corsi d’acqua, i rifiuti abbandonati possono creare problemi per la biodiversità e danneggiare le imbarcazioni per la navigazione e il trasporto, mentre i detriti di plastica che si accumulano sulle sponde incidono anche sul turismo e sui valori immobiliari.