ASCOLI – Il rischio c’era ma è stato scongiurato. Parliamo della proroga del Superbonus nelle riqualifcazioni edilizie nel cratere sismico, sollecitata da molte imprese e categorie produttive. Ora è arrivato l’accordo tra Governo e maggioranza parlamentare per l’applicazione della detrazione del 110% fino a tutto il 31 dicembre 2025.
«È un’ottima notizia», commenta Francesco Ameli, consigliere comunale di Ascoli e da poco segretario provinciale del Partito Democratico. Che ricorda come la proroga è prevista in un emendamento alla Manovra finanziaria dove sono stanziate somme importanti che potranno essere integrate anche nei prossimi anni.
«La richiesta avanzata dal Commissario alla ricostruzione Giovannni Legnini – sottolinea Ameli – è stata subito sostenuta anche dal Pd e sono felice di questo risultato. Era importante evitare una battuta d’arresto nella ricostruzione e nella messa in sicurezza delle nostre aree così duramente colpite dal terremoto del 2016. Il nostro partito sta riprendendo la giusta sintonia con i territori e iniziative come queste ne sono la dimostrazione».
Confermare cessione del credito e sconto in fattura
Soddisfatto per la novità anche il direttore provinciale della Cna di Ascoli, Francesco Balloni, che comunque resta cauto sull’applicazione e sugli sviluppi concreti della disposizione: «Siamo contenti della proroga anche se dobbiamo essere prudenti e attendiamo le linee di indirizzo che saranno approvate. Auspichiamo come associazione il mantenimento delle norme sulla cessione del credito e sullo sconto in fattura, possibilmente anche con uno snellimento delle procedure a vantaggio delle imprese che del committente dei lavori».
Calmierare i prezzi alle stelle
Dunque una bella boccata d’ossigeno per il comparto edilizio e per l’area del cratere sismico, anche se resta il grave problema dell’aumento dei prezzi dei materiali per le costruzioni. «I prezzi sono alle stelle e vanno assolutamente calmierati – afferma il direttore Cna – anche oltre le previsioni dell’Ordinanza 118. Molte aziende che operano nel settore pubblico spesso si trovano a dover rinunciare alle opere, per via di questa bolla creatasi negli ultimi mesi. Così si rischia di vanificare per loro e per l’economia».