ASCOLI – «Basta profitti sulla salute. Abolire i brevetti sui vaccini». È lo slogan ripetuto più volte dai partecipanti al corteo di protesta che è andato in scena questo pomeriggio davanti allo stabilimento Pfizer di Ascoli. Un centinaio di persone appartenenti ai Centri Sociali delle Marche, Ambasciata dei Diritti, Cobas, Soccorso Rosso ed altre sigle dell’antagonismo di sinistra che hanno marciato pacificamente lungo la strada di accesso al sito del colosso farmaceutico Usa, per poi fermarsi ai cancelli della fabbrica. E lì piantare alcune croci in legno per simboleggiare le morti che secondo loro, soprattutto nel Terzo Mondo sta causando la pandemia, a causa della mancanza dei vaccini.
Una manifestazione rumorosa, colorata e con grandi cartelloni di denuncia dell’attuale gestione economica della crisi sanitaria, che polizia e carabinieri hanno solo controllato e lasciato svolgere senza particolari tensioni.
Il diritto alla salute gestito dal pubblico non dai privati
«Il covid è la principale fonte di guadagno per Pfizer e le multinazionali del farmaco – ha detto con megafono uno dei tanti oratori che si sono succeduti durante il corteo -. E questo accade dopo che la ricerca e lo sviluppo dei vaccini è stata finanziata con soldi pubblici e poi i profitti sono diventati privati. Occorre rovesciare questa situazione, abolendo i brevetti e facendo tornare in mani pubbliche il diritto alla salute».
I manifestanti, che poi hanno esposto i loro cartelloni di protesta sulle reti di recinzione della fabbrica di Ascoli, hanno denunciato anche quello che secondo loro non è solo una gestione privata del diritto pubblico alla salute, ma anche «un attentato alle libertà delle persone: una strategia geopolitica su scala globale – ha affermato un altro giovane oratore dei Centri sociali marchigiani – che vuole comprimere la democrazia di intere nazioni».
Critiche al Governo Draghi e all’Unione Europea
Sotto accusa, da parte degli organizzatori dell’iniziativa di oggi, sia il governo Draghi che l’Unione Europea, colpevoli di «essere al servizio delle multinazionali». E tutto ciò utilizzando risorse pubbliche che dovrebbero essere invece impiegate per aiutare nelle cure i ceti più poveri oltre che i Paesi più arretrati. Da qui la richiesta di un cambio di rotta sulla politica sanitaria, a livello nazionale e mondiale. Da sottolineare che nonostante il passaggio del corteo sull’asse attrezzato, una strada molto trafficata lungo la zona industriale di Ascoli, i disagi per i mezzi in transito sono stati limitati, e più in generale non si sono verificati incidenti tra partecipanti e forze dell’ordine.