ASCOLI- «All’improvviso, da un giorno all’altro, scopri di non essere più il presidente della Provincia di Ascoli Piceno». È l’amaro commento di Sergio Fabiani alla decisione interpretativa del Ministero dell’Interno che fa decadere dall’incarico di presidente di una Amministrazione provinciale un sindaco che non è stato rieletto. È il caso proprio di Fabiani, esponente cattolico del Partito Democratico che fino al 4 ottobre aveva retto le sorti del comune di Montegallo, nell’area dei Monti Sibillini. E che adesso dovrà lasciare il posto alla guida della Provincia, almeno fino alle nuove elezioni del 18 dicembre, al vicesindaco di Acquasanta Terme, Luigi Capriotti.
Decisivo il parere di un funzionario del Ministero dell’Interno
«Una situazione paradossale – sostiene Fabiani – che riguarda non solo il sottoscritto ma tanti colleghi di altre Province prossime alle elezioni, che hanno appreso quasi per caso di non poter più esercitare le proprie prerogative istituzionali. L’Impossibilità di continuare a svolgere le funzioni fino alla scadenza elettorale del 18 dicembre è stata stabilita attraverso il parere di un funzionario del Ministero dell’interno, secondo il quale i sindaci uscenti non rieletti nel loro Comune decadono dall’incarico di presidenti della Provincia ( che è ormai ente di secondo grado, con organi eletti non più direttamente dai cittadini: ndr).
La questione dei tempi per le nuove elezioni
Eppure un recente decreto legge, convertito in legge – continua il presidente uscente- sosteneva che le elezioni provinciali si dovessero svolgere entro 60 giorni dalle Amministrative e che gli organi sarebbero stati prorogati per questo tempo. Una indicazione corroborata da una nota esplicativa diffusa dall’Unione Province Italiane (UPI), che faceva seguito ad una riunione della Conferenza Stato Città e Autonomie locali».
Nonostante ciò, Fabiani dovrà essere sostituito sebbene per meno di due mesi, dall’amministratore che ha ottenuto più voti alle ultime elezioni. Cioè Luigi Capriotti, 66 anni, esponente di Fratelli d’Italia, confermato vicesindaco ad Acquasanta.
Chiarimenti dell’UPI (Unione delle Province italiane) inascoltati
Ma l’esponente del Pd non ci sta e ricorda: «Nel documento UPI (Unione delle Province italiane) venivano forniti chiarimenti, concordati con il Ministero dell’Interno su queste due questioni essenziali. La prima riguardava la proroga di tutti gli organi in carica, presidenti e consiglieri, anche in caso di decadenza per cessazione di mandato da sindaco o consigliere comunale, fino allo svolgimento delle elezioni provinciali. In secondo luogo la nota indicava inoltre che la giornata di elezioni sarebbe stata uguale per tutte le provincie italiane: il 18 dicembre.
Una nota valida fino a provvedimento contrario, poi superata da un parere interpretativo che sostiene che i sindaci non rieletti, decadono automaticamente il giorno delle elezioni. Tutti gli organi istituzionali possono operare in regime di prorogatio dal Presidente della Repubblica, al Parlamento, al Governo . Ciò non sembra valere per i presidenti di Provincia».
Ringraziando tutti i consiglieri provinciali per il lavoro svolto in questi ultimi tre anni e tutte le autorità locali, Fabiani conclude: «Ritengo che in questo brevissimo periodo di transizione sarebbe stato più proficuo e utile per la comunità proseguire nell’assicurare l’attività amministrativa evitando complicazioni istituzionali…».