ASCOLI – La Regione Marche sarebbe pronta a stanziare 3 milioni per aiutare la RCF a rilanciare la produzione del suo stabilimento di San Benedetto. Lo ha annunciato l’assessore al bilancio Guido Castelli, che però sottolinea che i fondi potranno essere disponibili solo dopo l’approvazione del POR (Piano operativo regionale). Quindi per ora c’è solo un impegno dell’ente a favorire il percorso di stabilizzazione dell’occupazione nel sito dell’azienda di impianti audio, che ha sede principale a Reggio Emilia.
Di certo per il momento sembra scongiurata l’ipotesi della chiusura della fabbrica ed il licenziamento di 23 addetti, in maggioranza donne. L’annuncio improvviso della cessazione dell’attività, da parte del titolare della RCF, Arturo Vicari nel gennaio scorso aveva fatto precipitare nell’angoscia lavoratori e famiglie che contavano su quel reddito da dipendenti.
Ma poi le proteste pubbliche, gli interventi del sindacato e gli appelli alla Regione avevano fatto tornare sui suoi passi l’anziano imprenditore emiliano. Il quale a febbraio aveva fatto anche visita, per la prima volta al sito di San Benedetto e promesso di sospendere il programma industriale – legato ad un consistente finanziamento bancario di 44 milioni – che prevedeva proprio il taglio della produzione marchigiana.
A far cambiare opinione al titolare della Rcf il confronto con l’ente regionale, al termine del quale era emersa la possibilità di un sostegno pubblico per evitare la chiusura. Il nuovo piano industriale consisterebbe in un progetto da 3 milioni di euro finalizzato ad attivare nuovi sistemi del suono e amplificatori moderni, proprio nello stabilimento di San Benedetto.
Andrà in porto l’intera operazione? È ovvio che molto dipenderà dal concreto supporto da parte della Regione al piano dell’azienda emiliana. Ed i tempi di attuazione, in un momento molto difficile come quello attuale, soprattutto per un settore come quello dei sistemi audio per eventi e manifestazioni, non saranno un fattore secondario per il buon esito del programma. Intanto per le maestraenze si utilizzerà la cassa integrazione e si lavorerà di certo a ritmi ridotti, per le prossime settimane. Le preoccupazioni per il futuro del posto di lavoro non sono ancora svanite.