ASCOLI – Situazione di stallo nella vicenda della RCF di San Benedetto. Lo stabilimento locale del gruppo emiliano che produce sistemi audio, e di cui era stata annunciata la chiusura a gennaio, sembrava fosse salvo dopo l’intervento della Regione Marche e il passo indietro della proprietà. Ma dopo che l’ente, attraverso gli assessori Castelli ed Aguzzi si era impegnata a sostenere il progetto di riconversione industriale del sito, il quadro sembra essersi di nuovo bloccato.
L’ultimo incontro tra le parti, convocato sempre dagli esponenti della Giunta Acquaroli ha visto l’assenza dei rappresentanti aziendali. Tanto che i sindacati hanno chiesto subito di riconvocare il confronto, che dovrebbe tenersi forse entro il mese di maggio. Ma non c’è nulla di certo.
Ed anzi le nuove crisi che si sono aperte nel frattempo nelle Marche, a cominciare da quella dell’Elica di Fabriano, stanno rischiando di mettere in secondo piano il caso della RCF di San Benedetto. Sul piatto ci sarebbero i 3 milioni di euro che era stati promessi dalla stessa Regione per affrontare i problemi più urgenti dell’azienda ed evitare che il sito piceno chiudesse.
Ma i dettagli dell’operazione non sono stati definiti. «Non abbiamo saputo più nulla del progetto -spiega un rappresentante della Fiom Cgil di Ascoli – e ci auguriamo che non si facciano retromarce. Noi puntiamo ancora a raggiungere un accordo a tre, che deve vedere l’azienda come parte in causa fondamentale, e che si assume le sue responsabilità. Speriamo che entro breve il tavolo venga di nuovo fissato, per evitare nuove questioni ed altri ritardi».
Insomma la vicenda resta ancora in chiaro scuro, e molti dipendenti della fabbrica sambenedettese, inaugurata appena tre anni fa, sono preoccupati. Al momento la produzione sul posto va avanti a rilento, con l’utilizzo della cassa integrazione per la metà delle ore di lavoro. Una situazione incerta che sebbene non abbia pregiudicato alcun sviluppo positivo della trattativa, non fa pensare ad risoluzione in tempi rapidi delle questioni sul tappeto. Con una riconversione che sembra ancora tutta da impostare, e con la Regione Marche che deve trovare i fondi per consentire la continuità produttiva nell’Ascolano.
Obiettivo tutt’altro che facile, anche se il quadro generale del mercato in cui la Rcf opera, potrebbe migliorare nei prossimi mesi. E se le difficoltà finanziarie del Gruppo, emerse lo scorso anno e tamponate poi da un pool di banche arrivate in soccorso dell’azienda di Reggio Emilia – a precise condizioni industriali, dovessero alleggerirsi, forse allora ci sarebbe un futuro più sicuro anche per i lavoratori di San Benedetto.