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Ricostruzione, il bilancio di Castelli: «Trentamila cittadini in attesa di rientrare a casa»

Tante le pratiche già evase e le opere terminate, ma il commissario ammette: «C'è ancora tanto da fare, guardiamo avanti»

Il commissario Guido Castelli nella conferenza stampa di oggi

ROMA – La ricostruzione post sisma, nel cratere del centro Italia, entra nel vivo. Lo confermano i dati, che sono stati illustrati questa mattina dal commissario straordinario Guido Castelli, nel corso della conferenza stampa che si è svolta a Roma in presenza del sottosegretario Lucia Albano e dei governatori di Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio. Castelli, in particolare, ha presentato il rapporto sulla ricostruzione aggiornato ai primi quattro mesi dell’anno, parlando anche della situazione marchigiana.

I numeri

Al 30 aprile scorso, ad esempio, le richieste di contributo presentate per la ricostruzione privata sono 28.315, su quasi 50mila attese, mentre i nuclei familiari che vivono ancora fuori dalle loro case sono 14.211: corrispondono a circa 30mila cittadini. Alla stessa data, su 3.215 interventi di ricostruzione pubblica finanziati, quelli in corso ammontano a 1.537 e i conclusi sono 233. Il quadro che ne emerge è quello che configura la ricostruzione come una ‘creatura viva’, in costante mutamento ed evoluzione. Nel corso degli ultimi anni diverse ‘esternalità negative’ hanno concorso a ostacolare le attività, come ad esempio l’inflazione crescente, l’aumento del costo dei materiali edili e le difficoltà di approvvigionamento, oltre alla propensione di molte imprese a concentrarsi sul Superbonus 110 in altre aree del paese, la difficoltà nel reperire maestranze, la fragilità degli apparati amministrativi e i carichi di lavoro dei professionisti che operano sul territorio del sisma.

Le pratiche

Per quanto riguarda la ricostruzione privata, al 30 aprile 2023 sono quasi 9mila i cantieri che risultano chiusi. Il totale delle richieste di contributo per la ricostruzione attese, per gli immobili residenziali o produttivi danneggiati dal sisma 2016, è di 49.361. Di queste, quelle già presentate ammontano a 28.315. Si attendono pertanto progettazioni per oltre 21.000 richieste di contributo. Relativamente alla ricostruzione pubblica, l’importo finanziato fino ad oggi è pari a 3,94 miliardi di euro che, tuttavia, dovrà essere aggiornato a causa del menzionato aumento dei prezzi e dei costi delle lavorazioni. Il totale dei lavori finanziati è pari a 3.215 e, di questi, 1.445 devono essere ancora avviati, 1.537 sono in corso e 233 sono conclusi. Infine, relativamente agli edifici di culto (sia pubblici che privati) danneggiati, quelli oggetto di programmazione ammontano a 1.261, per un importo complessivo di 764,8 milioni.

Il commento

«Il quadro che emerge dal rapporto descrive una situazione dove non mancano le criticità, riconducibili in certa parte a una congiuntura particolarmente sfavorevole, ma anche alcuni segnali positivi – ha spiegato Castelli -. Nel primo quadrimestre del 2023, si registra un incremento dei lavori, in particolare sul fronte della ricostruzione degli edifici privati ma sappiamo che deve essere ancora avviata una quota rilevante delle progettazioni, soprattutto le più complesse, e che il divario da colmare per la ricostruzione pubblica è ampio. La ricostruzione è e resta la missione prioritaria: abbiamo il dovere di consentire il rientro nelle loro case a circa 30mila persone che ancora vivono nelle Sae o beneficiano del contributo di autonoma sistemazione. Al contempo si manifesta l’urgenza di fornire soluzioni ai problemi strutturali di questi territori che, già prima del 2016, soffrivano di un progressivo processo di spopolamento, di una crescente crisi economica e occupazionale e di una carenza infrastrutturale, sia fisica sia digitale. Ci è chiaro – ha concluso il commissario – che non è sufficiente curare solo i mali del passato, ma anche incentivare le prospettive per il futuro di questa vasta area dell’Appennino centrale che necessita di robuste e coerenti iniziative di ripresa economica e sociale».

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