ASCOLI – «Sono e sarò il primo tifoso della ricostruzione per i prossimi anni, bisogna allontanare le polemiche di ogni sorta perché è legittimo che il Governo faccia le sue scelte ed è legittimo che chi è preoccupato per il futuro e non condivide delle scelte lo faccia sapere, purché si mantenga sempre nel perimetro della necessità di garantire un futuro a questi territori». Così l’ormai ex commissario straordinario alla ricostruzione post sisma, Giovanni Legnini, ha idealmente passato le consegne al suo successore, il senatore Guido Castelli di Fratelli d’Italia, nel corso della conferenza stampa che si è svolta questa mattina. L’incontro era stato indetto dallo stesso Legnini per presentare il rapporto di fine mandato.
Il bilancio
«I risultati registrati in questi tre anni sono maturati in un contesto congiunturale particolarmente difficile – ha spiegato Legnini -. Il lavoro, infatti, è stato caratterizzato prima dalle varie emergenze sanitarie della pandemia da covid, che hanno comportato la sospensione delle attività nei cantieri per molti mesi, poi dalle difficili dinamiche del mercato dell’edilizia innescate dalle detrazioni del 110% sulle ristrutturazioni, poi dal fortissimo incremento dei prezzi di molti materiali indispensabili per l’edilizia, infine dall’aumento dei prezzi dell’energia e di altre materie prime a seguito della guerra in Ucraina». Il commissario, nel commentare i numeri della ricostruzione ha sottolineato alcuni ‘insegnamenti’ tratti dal lavoro svolto. «Innanzitutto – ha detto -, la necessità di avere sempre un quadro di regole chiare, semplici e complete, con attribuzioni di responsabilità precise per ognuno degli attori della ricostruzione». Legnini ha così ricordato la ‘mamma’ di tutte le ordinanze, ovvero l’ordinanza 100 e il testo unico per la ricostruzione privata approvato di recente, «che hanno permesso una forte semplificazione amministrativa, imprimendo alla ricostruzione un’importante accelerazione».
I dati
Nel corso dell’incontro, infine, l’ex commissario ha snocciolato alcuni dati relativi alla ricostruzione nelle quattro regioni coinvolte ovvero Marche, Abruzzo, Lazio e Umbria. Sono quasi 28mila le richieste di contributo per la ricostruzione degli edifici privati danneggiati dal terremoto che devastò nel 2016 il centro Italia, per un importo di 10 miliardi e 24 milioni di euro. Dal rapporto di fine mandato, i cui dati si riferiscono al quadro al 31 dicembre 2022, emerge anche che le richieste approvate dagli uffici speciali sono pari a 15.737, con la concessione di contributi per 5 miliardi e 300 milioni. Mentre le somme erogate alle imprese, a fronte dello stato di avanzamento dei lavori autorizzati, hanno raggiunto i 2,4 miliardi di euro. I cantieri conclusi, a fine anno, sono 8.318, cui corrispondono circa 20mila singole unità residenziali o produttive riconsegnate, quindi, a famiglie e imprese. Nel corso dell’ultimo anno le nuove domande di contributo presentate sono state 6.064, per un valore di 3,4 miliardi. Circa 2.500 di queste domande sono state inoltrate in forma semplificata dai cittadini che beneficiano del contributo di autonoma sistemazione o dell’alloggio nelle soluzioni abitative di emergenza, e che dovranno essere completate entro il 15 marzo 2023. I progetti approvati dagli Uffici regionali sono stati 3.581, con un contributo concesso di 1,6 miliardi di euro. Nel 2022 sono stati portati a termine i lavori in 2.365 cantieri, che hanno riguardato la ricostruzione o la riparazione di circa 5 mila unità immobiliari.
Il quadro
Negli ultimi tre anni, da gennaio 2020 a dicembre 2022, il tempo in cui è rimasto in carica il commissario Legnini, i progetti di ricostruzione e richieste di contributo presentati agli uffici speciali della ricostruzione delle quattro regioni (appunto Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria) sono stati 15.860, per un valore di circa 6 miliardi di euro. I progetti approvati sono stati 11.474, per un importo di 4,3 miliardi. I pagamenti alle imprese sulla base dei lavori effettuati sono ammontati a 2,1 miliardi. I cantieri conclusi in questi tre anni sono oltre 6.300, per quasi 15 mila singole unità immobiliari riconsegnate a famiglie e imprese. Sul fronte della ricostruzione pubblica si è passati dai circa 1.300 interventi finanziati con 1,8 miliardi dell’inizio del 2020, ai quasi 2.500 attuali, con un impegno di 3,6 miliardi di euro, in seguito all’ultimo ciclo di programmazione che ha interessato nuovi interventi di rigenerazione urbana connessi al danno da sisma per Lazio, Umbria ed Abruzzo, mentre il piano per le Marche, per circa 740 milioni di euro, è in corso di elaborazione da parte della Regione. A questi si aggiungono 1.251 chiese e edifici di culto finanziati con ulteriori 800 milioni.