ASCOLI PICENO – Arquata del Tronto cerca di accelerare nel processo di ricostruzione post-sisma. Aprile e maggio saranno due mesi decisivi per approvare quei progetti che dovrebbero definire il futuro assetto urbanistico sia del capoluogo che delle principali frazioni del paese montano, semidistrutte dal sisma del 2016.
Di recente si è svolto un incontro tra l’amministrazione comunale, i comitati cittadini e i tecnici che stanno pianificando la possibilità di far rinascere intanto Pescara del Tronto, la località rasa al suolo dal terremoto dove ci furono in una notte 47 morti.
Il confronto è stato molto utile ai pianificatori della ricostruzione del borgo, che operano sotto la guida dell’architetto milanese Stefano Boeri, per ipotizzare gli scenari di un probabile e nuovo nucleo abitato. Le proposte emerse sono due: ricostruire vicino alla vecchia frazione, ma nella zona a monte della vecchia Salaria, oppure edificare un quartiere ex novo, ma lontano dall’area in questione.
Allo stesso modo si procederà con le altre zone di Arquata, distanti tra di loro e distribuite alle pendici del Monte Vettore, a nord del fiume Tronto: il capoluogo, Pretare, Piedilama, Vezzano, Capodacqua e Tufo. Tutte località che sono state già perimetrate2, e per le quali si dovranno definire a breve i “Piani urbanistici attuativi.
Afferma in proposito il vicesindaco Michele Franchi : «Contiamo nelle prossime tre settimane di tenere tutti gli incontri con i residenti delle diverse frazioni, e poi di portare tutto in consiglio comunale entro il mese di maggio, per dare il via libera».
Ma secondo Franchi, per il borgo storico e centrale di Arquata, quello che era edificato sul colle, sotto la Rocca antica del paese, si farà ancora prima. Perché l’obiettivo è quello di procedere entro il mese di aprile all’approvazione di uno specifico “Piano straordinario di ricostruzione“, che dovrebbe favorire anche la realizzazione delle opere pubbliche necessarie alla popolazione locale, ora distribuita in diversi villaggi Sae.
Il giovane vicesindaco si augura che tutto si definisca velocemente, anche in vista di un possibile arrivo di fondi europei provenienti dal Recovery Plan: «Quando i soldi arriveranno – afferma il vicesindaco – e potranno essere spesi anche per ricostruzione post-sisma, l’auspicio è che il Governo abbia un’attenzione maggiore per quei comuni del cratere che sono stati distrutti dal terremoto. Ne abbiamo parlato anche con il Commissario Legnini, e ci aspettiamo che si stabiliscano delle priorità, considerando i danni prodotti dagli eventi del 2016».
Intanto sul fronte macerie, restano ancora un quarto dei materiali da rimuovere. Franchi assicura che tutto sarà sistemato entro l’anno, utilizzando per lo smaltimento anche l’impianto locale di Pescara del Tronto.
Da ricordare che Arquata è stata appena lambita dal covid, con pochi casi di positività riscontrati. Ma nell’ultimo anno la crisi sanitaria, la paura del contagio, l’impossibilità per molti appassionati della montagna, famiglie e singoli di spostarsi serenamente nell’area del Parco nazionale dei Sibillini a causa dei divieti legislativi, stanno mettendo di nuovo in difficoltà le rare attività commerciali che con coraggio avevamo cominciato a lavorare nel paese, con fini turistici. «Possiamo solo sperare che si velocizzino le pratiche di vaccinazione e si torni ad una normalità che possa aiutare persone e imprese a guardare con fiducia al futuro», conclude il vicesindaco arquatano.