ASCOLI PICENO – Quindici tecnici e professionisti tedeschi hanno prenotato per alcune settimane le camere dell’Hotel Pennile di Ascoli. Dovranno lavorare ad Accumoli (Rieti) al confine tra Marche e Lazio, a un progetto architettonico di recupero nel territorio colpito dal sisma del 2016. Ma non hanno ancora dato l’ok al trasferimento in Italia, per timore che le informazioni che vengono diffuse sulla variante Delta del coronavirus possano compromettere il loro incarico.
Soggiorni molto brevi e solo con italiani
I tedeschi in questione sono l’esempio di quello che sta accadendo sul fronte turistico e dell’accoglienza nel Piceno. Molti italiani, ma anche stranieri, prenotano ma non si muovono, altri restano per due-tre giorni in città – dal Nord del Paese soprattutto – ma poi se ne vanno. E la ripresa del settore, anche se crescono gli eventi e al momento non ci sono limitazioni, è incerta per i fattori di rischio e anche gli allarmismi non sempre giustificati che vengono diffusi.
Quadro altalenante e incerto
«Nei weekend lavoriamo bene – dicono dall’Albergo Sant’Emidio, a due passi da piazza Arringo – ma gli altri giorni della settimana la situazione resta instabile. Si vedono gruppi di italiani, che magari vengono anche per seguire degli eventi, ma pochi stranieri: il quadro insomma è altalenante».
Alberghi occupati da dipendenti e rappresentanti di aziende edili
Per l’Hotel Pennile, che si trova nel quartiere periferico e più moderno di Porta Maggiore, la salvezza è rappresentata dalle aziende: «Abbiamo l’80% delle camere occupato ed anche ad agosto le prenotazioni sono diverse – risponde Croce Ciucci – e questo perché tecnici, rappresentanti e dipendenti delle imprese edili, dei servizi o di altro genere ci scelgono per la loro permanenza per la durata dei cantieri o delle viste di lavoro. Quanto ai turisti, se ne vedono pochi, e quasi per nulla non italiani. Il caso del gruppo di tedeschi – aggiunge l’albergatore – è da considerare a parte, ed anche loro, nonostante l’incarico ad Accumoli, sono molto scettici».
Dunque gli hotel e le strutture di accoglienza di Ascoli hanno ripreso ad operare, ma non ai ritmi della fase pre-covid. E lo stanno facendo sempre con la spada di Damocle che gli pende sulla testa: quella delle possibili e nuove restrizioni ai movimenti nel caso che il presunto rischio covid – nonostante i vaccini – tornasse a manifestarsi.