SAN BENEDETTO – Prestigiosa vetrina per lo studio sulla gestione della sepsi condotto dall’equipe di medici e infermieri dell’unità operativa complessa di Pronto soccorso e medicina d’urgenza dell’ospedale ‘Madonna del Soccorso’ di San Benedetto, diretta da Giuseppina Petrelli, dell’Azienda sanitaria territoriale di Ascoli. Lo studio, dal titolo ‘Correlazione tra sepsi, procalcitonina e emocolture in Pronto soccorso: un’analisi retrospettiva’, molto apprezzato al XIII congresso nazionale Simeu che si è svolto a fine maggio a Genova, è stato valutato da un comitato scientifico internazionale che lo ha reputato meritevole di essere presentato e discusso al Congresso europeo della medicina d’emergenza e urgenza che si terrà a Copenaghen, dal 13 al 16 ottobre 2024. La sepsi è una delle patologie emergenti a livello mondiale, ed è destinata a gravare in maniera sempre più importante sui sistemi sanitari. Nonostante l’importanza del fenomeno, non vi è ancora una sufficiente coscienza della rilevanza del problema e della sua natura di patologia tempo-dipendente, al pari di infarto miocardico acuto, ictus e trauma.
«L’essere stati invitati al congresso europeo per esporre lo studio – dice la direttrice dell’unità operativa complessa di Pronto soccorso e medicina d’urgenza dell’ospedale di San Benedetto, Giuseppina Petrelli – rappresenta un riconoscimento importante alla qualità del nostro lavoro, in particolare quello relativo alla gestione della sepsi da parte degli infermieri e dei medici, a partire dal triage fino al trattamento in sala d’emergenza e in medicina d’urgenza. Esistono, infatti, nella nostra unità operativa protocolli di gestione sul riconoscimento e sul trattamento precoce di questa patologia che, quando non riconosciuta e non trattata precocemente, si caratterizza per una elevata mortalità. Con questo studio, condotto su un alto numero di pazienti trattati nella nostra unità operativa, ben 526, abbiamo voluto contribuire all’attuale dibattito della comunità scientifica internazionale incentrato, sia sul valore della procalcitonina come marker efficace nella diagnosi precoce della sepsi, sia sull’importanza dell’esecuzione precoce delle emocolture che permettono di effettuare in tempi brevi una terapia antibiotica mirata. Nel nostro studio le emocolture positive hanno rappresentato un fattore protettivo rispetto alla mortalità per i pazienti settici».
Il lavoro, effettuato in collaborazione con la scuola di specializzazione in medicina d’emergenza e urgenza dell’Università politecnica delle Marche diretta dal professore Gianluca Moroncini e con il contributo del professore Stefano Necozione dell’Università de L’Aquila per l’elaborazione statistica, ha avuto come obiettivo quello di individuare i parametri clinici, laboratoristici e strumentali rilevati al momento dell’accesso al Pronto Soccorso, correlati alla morte e alla durata della degenza dei pazienti affetti da sospetta sepsi.
L’analisi statistica è stata condotta su tutti i pazienti, 529 con un’età media di 72 anni, che dal primo gennaio 2023 al 31 dicembre 2023 sono giunti all’unità operativa di Pronto soccorso e medicina d’urgenza dell’ospedale di San Benedetto e che hanno eseguito emocolture per sospetta sepsi.
I risultati hanno documentato un incremento del rischio di morte associato a comorbidità, maggiore età, minore pressione arteriosa, minore Glasgow Coma Scale (peggioramento dello stato di vigilanza e neurologico), e un incremento dei giorni di degenza per sesso maschile e allettamento. L’emocoltura positiva rappresenta un fattore protettivo per decesso, in quanto permette di somministrare una terapia antibiotica mirata cui il germe responsabile è certamente sensibile, mentre è associata a degenze più lunghe in quanto si tratta di pazienti fragili, anziani e con molte patologie croniche concomitanti.