ASCOLI – Si sarebbero aggravate le condizione della donna di San Benedetto che erano stata contagiata dalla variante sudafricana del virus. La scoperta della sua positività era stata fatta a metà febbraio, dopo che la giovane era tornata da un viaggio in Svezia.
La donna era stata posta in isolamento, così come i due familiari anch’essi positivi al coronavirus. Poi la sua salute, che non sembrava preoccupante – così come riferì Claudio Angelini, direttore del Dipartimento prevenzione dell’Area Vasta 5 – era migliorata, non creando allarme.
I suoi contatti, al rientro in Italia, erano stati molto limitati. E con il tracciamento le autorità sanitarie avevano subito circoscritto il rischio di una possibile diffusione della variante sudafricana nel Piceno.
Purtroppo successivamente le condizioni della donna erano tornate a peggiorare, ed una settimana fa era stata ricoverata in terapia intensiva all’ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto. Da qui, nelle ultime ore è passata alla Rianimazione, essendo il suo quadro clinico fattosi nel frattempo più critico.
«La paziente risponde alla terapia – dicono dall’ospedale – e viene curata come gli altri che hanno contratto il covid e manifestano sintomi più gravi».
Perchè questo peggioramento delle condizioni della donna? Nessuno lo sa. C’è chi sostiene in ambito sanitario locale, che le varianti non siano più contagiose delle altre forme di infezione, mentre altri sostengono invece di sì, sottolineando che non sono però più pericolose o addirittura letali. Queste tipologie non sfuggirebbero ai tamponi effettuati con il metodo antigenico, quindi, forse, possono essere individuate per tempo.
Di certo nella provincia di Ascoli, questo della giovane tornata dalla Svezia è l’unico caso di sudafricana fino ad ora segnalato.
Le persone contagiate inglese dalla variante inglese – prevalente nelle Marche – sono state tre: tutte guarite.
All’ospedale di San Benedetto del Tronto, dove fino ad ora non si registravano situazione di emergenza covid, il quadro si sta facendo più complesso da gestire per sanitari e organizzazione delle struttura. E ciò perchè nelle ultime ore stanno giungendo pazienti da altre città delle Marche, a cominciare da Jesi, Osimo, Ancona e Civitanova.
Sul piano statistico, ieri, sabato 6 marzo, in regione il Servizio sanitario ha rilevato 852 casi di positività, di cui però solo 97 con sintomi della malattia. Nel Piceno i residenti che il tampone avrebbe confermato sono 74, il numero più basso delle Marche, ma in crescita rispetto ai giorni scorsi.
Da ricordare sempre che le persone che risultano positive al test non sono da considerare malate. Senza considerare poi che come molti virologi ed esperti ritengono che i tamponi standard che vengono effettuati sulla popolazione, da molti mesi a questa parte non siano affidabili. E come è stato dimostrato anche per molti personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo, che li hanno ripetuti nello stesso giorno, possono dare un certo esito la mattina e il suo contrario la sera. Nel frattempo i vaccini arrivano con il contagocce.