ASCOLI PICENO – «In tempi di covid l’Asur ha tagliato il budget dell’Area Vasta 5 del Piceno di 20 milioni, passando in un anno da 385 a 365 milioni. Questo è inaccettabile e spiega tutti i disservizi presenti nelle strutture sanitarie pubbliche dell”Ascolano».
Lo ha detto il segretario provinciale della Funzione Pubblica della CISL, Giorgio Cipollini, intervenendo oggi insieme ad altri sindacalisti della CGIL a una conferenza stampa svoltasi presso l’ospedale Mazzoni di Ascoli.
Carenza di personale e attrezzature
Carenza di personale e insufficienza di dotazioni tecnologiche, secondo i sindacati sono le principali criticità dei due nosocomi del Piceno. Ma ve ne sono anche altre, che afferiscono alla gestione dei reparti e all’organizzazione del lavoro. Oltre che al trattamento economico dei dipendenti, che non hanno ricevuto il pagamento degli straordinari previsti nel contratto.
I problemi del nosocomio di San Benedetto
A soffrire sarebbe soprattutto l’ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto, dove sono stati ridotti i posti letto per acuti, il macchinario per la risonanza magnetica non funziona dal 15 ottobre, cardiologia e ortopedia sono stati accordarti, mancano i medici in medicina d urgenza e gastroenterologia. Lo hanno sostenuto Roberto Fioravanti della CGIL e Francesco Massari della CISL, afferma anche che il reparto di pediatria ” è al disastro*.
I tagli al Mazzoni di Ascoli
Ma la situazione in alcuni ambiti del Mazzoni di Ascoli non sarebbe diversa. Con il taglio di sette ex responsabili organizzativi, il blocco operatorio in affanno per i positivi presenti, la pneumologia a servizio ridotto, il personale costretto – secondo Paolo Villa dell’ CISL «a fare turni massacranti ed avere lo straordinario pagato con il recupero ore».
Dunque un quadro molto difficile per il lavoro e ‘efficienza del servizio, con disagi per gli utenti molto rilevanti. E che per i sindacalisti presenti all’incontro, tra cui anche Viola Rossi, segretaria provinciale della Funzione pubblica della CGIL, spingono i cittadini a rivolgersi sempre di più alle strutture private.
Che fare per cambiare il verso alla situazione? Tornare a una gestione provinciale della sanità pubblica, perché – ha dichiarato Cipollini «l’Asur regionale ha fallito».