Si rinnova, anche per il 2021, la tradizione del calendario del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. «Un appuntamento atteso e per il quale i funzionari del Parco, anche in un anno così complesso e difficile, non si sono risparmiati, e come al solito hanno realizzato un’edizione di pregio in collaborazione con l’Associazione Fotografi Naturalisti Italiani, sezione Marche», sottolinea il presidente dell’Ente, Andrea Spaterna.
«L’emergenza covid19 ha portato tante persone a riscoprire i territori interni, la montagna, luoghi percepiti come più sicuri, dove il distanziamento appare quasi naturale, l’aria più pulita e respirabile – ricorda Spaterna – ciò ha fatto registrare un numero importante di presenze, concentrate in un periodo temporale ristretto, subito dopo il lockdown e durante l’estate, a fronte delle quali ci siamo spesi nel cercare di trasmettere la consapevolezza che quando ci si muove in un territorio come quello del nostro Parco, si interagisce con un contesto ambientale di straordinaria bellezza ma di altrettanto estrema fragilità, che impone rispetto e attenzione».
Dunque non è un caso che il titolo della nuova edizione del calendario sia “Sibillini, il respiro delle stagioni” e che gli scatti ritraggano paesaggi mozzafiato. Dall’austera vetta del Monte Bove, in gennaio, al tappeto bianco del ranuncolo che, nel mese di maggio, nasconde il prezioso mondo sommerso del fosso dei Mergani, passando ancora per i piani di Castelluccio che riposano nel respiro terso di settembre, fino a chiudere con la cima del monte Priora avvolta da gelide brume invernali a dicembre. Il messaggio è quello di un Parco con scenari d’incanto ad ogni stagione, per incentivare i visitatori a frequentarlo anche nei mesi tradizionalmente meno vocati al turismo.
«Dopo l’emergenza sanitaria e l’ulteriore contraccolpo ricevuto dall’economia, il 2021 si candida ad essere l’anno della ricostruzione, rispetto alla quale il Parco dovrà e vorrà dare il suo contributo, puntando sempre più sul turismo sostenibile, sulla valorizzazione delle attività agro-silvo-pastorali e artigianali, accompagnando e sostenendo la rinascita complessiva di un territorio senza la quale la ricostruzione degli edifici, da sola, perderebbe di significato» conclude Spaterna.