FERMO – Palazzo Giustiniani è uno dei simboli di Monte Rinaldo, comune del fermano. Tipico esempio di residenza nobiliare settecentesca, era stato danneggiato dal sisma del 2016.
«Con la sua struttura imponente a pianta rettangolare che si staglia in Piazza Umberto I, Palazzo Giustiniani rappresenta un tesoro molto caro a tutto il territorio marchigiano – spiega il commissario straordinario alla Riparazione e alla Ricostruzione sisma 2016 Guido Castelli -. Ecco perché, dopo i diffusi danni riportati a causa del terremoto, la sua riparazione risulta particolarmente importante. In tal senso, la Conferenza regionale si è appena conclusa positivamente in merito al progetto, che prevede un importo per i lavori di 2.2 milioni di euro. Dunque, l’azione sinergica tra Struttura commissariale, Regione, Ufficio Speciale Ricostruzione, Soprintendenza e Comune compie un altro passo in avanti».
Il sito si caratterizza per lo stile rococò e per particolarità architettoniche come le aperture ovali o il portale di ingresso. Per quanto attiene gli interventi descritti nel progetto c’è da sottolineare come, parallelamente alle opere di tipo strutturale, saranno eseguiti anche alcuni interventi architettonici. Tra questi, il restauro degli infissi interni ed esterni, a piano terra e al primo piano, e degli apparati decorativi e interventi di demolizione-ricostruzione finalizzati a migliorare la fruizione degli spazi e ad adattare la distribuzione interna alle future destinazioni d’uso del palazzo.
Nella stanza degli stemmi sono rappresentati i blasoni delle famiglie nobili proprietarie del palazzo: Giustiniani e Porfiri. Quest’ultima famiglia era originaria di Camerino e giunse a Monte Rinaldo alla fine del ‘700 in occasione del matrimonio tra Francesca Porfiri e Carlo Giustiniani. All’estremità sinistra dell’edificio c’è una piccola cappella che, si presume, sia dedicata a Santa Flora martire. Qui, infatti, erano conservate le reliquie della Santa, dono a Carlo Giustiniani da parte di fra Giuseppe Bartolomeo Menocchio, più volte ospite della famiglia tra il 1799 e il 1801.