ASCOLI- Era marzo, una trentenne ascolana aveva iniziato una frequentazione con un uomo del luogo di una quindicina di anni più grande di lei, conosciuto tramite amicizie comuni. Per i primi tempi tutto sembrava andar bene, ma lei ignorava che questa persona, purtroppo, era già stato denunciato in passato per violenza domestica e “stalking”, risultando sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di Pubblica Sicurezza.
Ben presto la donna, madre di una bambina minorenne, si accorgeva di aver commesso un grave errore, considerato che il suo compagno iniziava ad avere nei suoi confronti atteggiamenti violenti e minacciosi, esternando, tra l’altro, una non comune gelosia. In un’occasione era persino giunto a minacciare di diffondere alcuni video che la ritraevano in atteggiamenti intimi con lui.
La donna, profondamente terrorizzata, temendo anche per la sua incolumità fisica ha cercato una via di salvezza contattando il numero di emergenza della Polizia di Stato. Gli Agenti di Polizia della Questura di Ascoli Piceno, attraverso la Sezione specializzata della Squadra Mobile, si attivavano immediatamente informando compiutamente la locale Procura della Repubblica. L’Ufficio Giudiziario, percepita la potenziale gravità della situazione, in applicazione delle tutele derivanti dalla procedura definita “Codice Rosso”, assumeva tempestivamente la direzione delle indagini, delegando una serie mirata di accertamenti alla Squadra Mobile e alla Sezione della Polizia Giudiziaria della Polizia di Stato presso la medesima Procura, ponendo al centro delle attività la verifica degli effettivi rischi per la donna e la sua rapida messa in sicurezza.
Immediatamente la vittima veniva allora trasferita in una località protetta, fuori provincia. Il personale della Squadra Mobile e del locale Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico hanno iniziato a monitorare con discrezione l’uomo, per evitare che potesse perseverare nella commissione di ulteriori reati o creare situazioni di pericolo. Gli elementi accuratamente raccolti, hanno consentito così alla Procura della Repubblica di chiedere l’applicazione a carico dell’uomo della misura cautelare. Tale richiesta, accolta dal GIP del Tribunale di Ascoli Piceno, che condivideva le risultanze investigative, consentiva l’emissione della misura cautelare restrittiva della custodia cautelare in carcere tra gli altri per il reato di “stalking”, sequestro di persona, minaccia, violenza privata continuata ed il nuovo delitto del cd. revenge porn.