ASCOLI – Per decenni ha rappresentato un punto di riferimento non soltanto per Ascoli, ma per tutto il Piceno. All’interno dello stabilimento Barilla, infatti, hanno lavorato centinaia e centinaia di ascolani. Una fabbrica che ha ‘dato da mangiare’ (passateci il termine) a tantissime famiglie. È stata il simbolo degli anni più belli per quanto riguarda l’economia picena, di quegli anni nei quali c’era una clamorosa fioritura di aziende e tutto andava a gonfie vele. I tempi, purtroppo, sono cambiati. Ed ora la Barilla è una tra le poche (forse pochissime) fabbriche rimaste ad Ascoli. Anche, e soprattutto, per questo vanno celebrati nel migliore dei modi i primi 40 anni di attività dello stabilimento piceno. Un traguardo importante, che dà subito un’idea di quanti lavoratori siano passati all’interno della fabbrica di Campolungo.
Il punto del direttore
A fare il punto della situazione, in occasione di tale ricorrenza, è il direttore Alejandro Murillas. «Il successo di questo stabilimento è iniziato nell’estate del 1982, grazie alla visione di Pietro Barilla, al sostegno dell’azienda e alla fiducia delle persone che hanno lavorato e lavorano qui – spiega Murillas -. Persone che hanno sempre risposto con un grande senso del lavoro e di appartenenza al gruppo. Siamo davvero orgogliosi di questi primi quarant’anni di storia e guardiamo al futuro con fiducia, impegnandoci in ulteriori innovazioni e investimenti, come ad esempio l’ultima novità: le tartelle cuor di mela di Mulino Bianco». Top secret, invece, gli altri futuri investimenti che verranno fatti dall’azienda e, in particolar modo, dallo stabilimento ascolano. Ulteriori novità, appunto, che verranno rese note subito dopo l’estate. «Questo di Ascoli è stato il primo stabilimento in Italia dove Barilla ha delocalizzato al di fuori del comprensorio di Parma la produzione dei propri prodotti – prosegue il direttore -. I numeri dello stabilimento piceno sono incredibili e rendono l’idea di quanto sia strategico per il gruppo Barilla: qui ogni giorno vengono sfornati più di 230 mila pani, oltre 3 milioni di biscotti e circa 2 milioni di merende, per un totale pari a 37 mila tonnellate di prodotto l’anno. In questo luogo hanno visto la luce alcune delle referenze Mulino Bianco più amate di sempre, come i Baiocchi. Ma ad Ascoli Piceno c’è molto di più. Parliamo di un sito produttivo da sempre all’avanguardia nella sicurezza, con milioni di verifiche quotidiane su materie prime e processi produttivi. Basti pensare che un sensore 3D controlla le crostatine al ritmo di 11 pezzi al secondo. Inoltre, c’è un’attenzione crescente sull’impatto delle nostre attività sul pianeta: negli ultimi cinque anni, infatti, le emissioni di Co2 sono state ridotte dell’11% e i consumi totali di acqua del 39,5%».
Le assunzioni
La storia dello stabilimento Barilla di Ascoli è soprattutto la storia delle sue persone: in questo stabilimento simbolo di resilienza, che ha saputo rialzarsi dopo la violenta alluvione del 2011, lavorano circa 200 persone. È in atto nel sito produttivo piceno un graduale “passaggio di consegne” tra le persone che hanno dedicato la loro intera vita professionale allo stabilimento e i più giovani, con una crescente percentuale di personale femminile, che è stato progressivamente e stabilmente inserito. Dal 2018, ad esempio, sono state effettuate 80 assunzioni a tempo indeterminato. E, in un periodo storico caratterizzato da tante difficoltà e tante problematiche dal punto di vista occupazionale, si tratta indubbiamente di un dato da non sottovalutare.