«Aiuto sì ma solo per le grandi aziende che hanno un recupero e una capacità importante». È il commento di Confartigianato Macerata, Ascoli e Fermo in merito al superbonus 110% inserito nel decreto Rilancio e indirizzato alle imprese del settore edile.
Il Governo infatti ha previsto un potenziamento della detrazione fiscale del 110% per le spese che vanno dal primo luglio 2020 al 31 dicembre 2021 per specifici interventi volti a incrementare l’efficienza energetica degli edifici (ecobonus), la riduzione del rischio sismico (sismabonus) e per interventi a essi connessi relativi all’installazione di impianti fotovoltaici e colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici.
Il Governo sta ultimando il decreto, che è ancora in bozza, prima di renderlo attuativo dato che in questi giorni sono arrivate moltissime richieste sulla possibilità di utilizzare il superbonus. La misura potrebbe portare grandi benefici al settore edile – si parla di un effetto di 21 miliardi sull’economia in 18 mesi – anche se non tutti sono completamente d’accordo.
Chi infatti deciderà di avviare i lavori e di utilizzare il superbonus, può optare per la detrazione fiscale o per un contributo sotto forma di sconto sul prezzo dovuto all’impresa la quale, a sua volta, anticiperà il bonus e lo recupererà dal fisco come credito di imposta. Il credito potrà altrimenti essere ceduto ad altri soggetti come banche, assicurazioni o intermediari abilitati. Ed è proprio questo il problema principale per molte realtà; infatti le piccole imprese che non possono non permettersi di incassare per poi risparmiare in futuro sulle tasse, preferiscono non utilizzare lo strumento messo a disposizione dal Governo.
«Questo è un superbonus per i grandi industriali e per le grandi aziende e per chi ha un recupero e una capacità importanti; non di certo per le piccole imprese – ha detto Giuliano Fratoni, presidente degli edili di Confartigianato Macerata, Fermo e Ascoli Piceno -. Se i privati trovano a chi cedere il credito – penso alle banche o alle grandi società quotate in borsa – il superbonus può funzionare altrimenti le piccole imprese ci fanno poco o niente perché non possono accogliere chissà quale debito: non possiamo accollarci noi il pagamento. “Superbonus” è una parola bellissima ma se lo andiamo ad analizzare, nella realtà, non è così dato che le piccole realtà possono accettare un debito di 20 o 30 mila euro al massimo e non una ristrutturazione importante».
«La misura è straordinaria perché consente ai privati di fare un lavoro gratis ma la cessione del credito da parte del privato alla banca uccide l’impresa medio-piccola – ha aggiunto Pacifico Berrè, responsabile del settore edilizia di Confartigianato -. Come si può risolvere la questione? La cosa importante è che il privato si attivi di modo che il credito venga consumato da lui stesso o venga ceduto alla banca, senza coinvolgere l’impresa».