ASCOLI – Troppa confusione e crescenti difficoltà tecniche per l’applicazione del Superbonus edilizio per le ristrutturazioni. È quello che sostengono i Geometri di Ascoli, dopo l’approvazione della proroga della misura fino al 2023, ma solo per alcuni casi.
«Le ultime notizie che arrivano dal Parlamento – spiega il presidente Leo Crocetti – sembra che introducano alcune novità positive sull’inizio vero e proprio delle pratiche del Superbonus 110%, anche se lo stillicidio continuo di informative e chiarimenti da parte dei diversi Uffici come quello delle Entrate e dell’Enea, sta logorando i settori tecnici impegnati nella progettazione, asseverazioni e presentazione delle pratiche».
Le nuove misure che sono state introdotte dal Decreto Legge n.59 si rivolgono a Iacp (Istituto Autonomo Case Popolari), condomini e persone fisiche. Ma con rilevanti differenze rispetto a prima.
La tempistica per accedere all’agevolazione si è ridotta, mentre il termine ultimo per accedere alla detrazione fiscale sarà variabile in base al soggetto che richiede l’agevolazione. Le persone fisiche che sono tra i beneficiari dell’agevolazione possono intervenire su edifici composti da due a quattro unità immobiliari posseduti da un unico proprietario oppure in comproprietà.
Ma restano escluse invece le attività di impresa, arte o professione. Ed anche se il termine ultimo viene fissato al 31 dicembre 2022, per le persone fisiche proprietarie di edifici unifamiliari, non è prevista alcuna proroga. Per le case popolari invece, la proroga è posticipata al 30 giugno 2023.
Dunque un quadro non uniforme di regole, soprattutto per chi vi deve operare sul campo come i geometri, tecnici e tutti i professionisti del comparto delle costruzioni.
A questo scenario normativo si devono aggiungere poi altre difficoltà, che secondo il presidente del collegio dei Geometri di Ascoli riguardano i tempi lunghi di accesso agli atti presso gli uffici tecnici comunali, il non semplice reperimento di artigiani e imprese per lo svolgimento dei lavori e non ultimo il problema dell’approvigionamento dei materiali che vedono una continua ascesa dei prezzi.
«Bastano queste poche considerazioni – conclude Crocetti – per far capire ai cittadini la delicatezza della situazione e la tensione che stiamo vivendo noi tecnici, senza, tra l’altro, nemmeno avere la certezza che la proroga della scadenza sarà spostata al 31 dicembre 2023. Ormai c’è una confusione indescrivibile dove si va alla ricerca di una circolare o di un pronunciamento qualsiasi per non assumersi alcuna responsabilità in merito alle decisioni da prendere».