SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il nuoto sambenedettese resta senza agonismo. L’unica società che si occupava di questo settore era la Pool Nuoto. La società, ad oggi, è costretta a pagare cifre astronomiche per gli spazi acqua: 33 euro all’ora contro i 6 o 10 di altre località e non riesce più a garantire il servizio. Sarebbe bastato che il consiglio comunale, nel corso dell’ultima assise, avesse approvato una modifica al regolamento comunale, assegnando fasce orarie specifiche al nuoto agonistico. Una manovra finalizzata alla successiva riduzione delle tariffe per gli spazi acqua destinati che avrebbero permesso all’agonismo di sopravvivere. La delibera, invece, è stata bocciata dalle opposizioni con la motivazione che la stessa sarebbe stata studiata a tavolino in favore di una società e a dispetto delle altre.
La protesta
Ad alzare la voce, allora, è Adriano Orsatti, presidente dell’Unione Insieme per il Nuoto. In poche parole, gli agonisti della riviera dovranno spostarsi a Castorano o Massignano per poter nuotare. «Al momento la società Pool Nuoto versa 22mila euro al mese al Comune ed è la principale contribuente, pagando quasi il doppio delle altre realtà – spiega Orsatti -. Gli esponenti dell’opposizione non si sono resi conto che stavano giocando sulla pelle dei nostri figli nonostante tutti fossero a conoscenza delle gravose conseguenze per le famiglie. La realtà forse è che, per affermare la loro maggiore forza politica, hanno proprio scelto questa delibera per far cadere la maggioranza Spazzafumo. E ora i nostri ragazzi per nuotare dovranno spostarsi, ancora una volta, in altre città e peregrinare per inseguire il loro sogno. Da scuola, saltano il pranzo o lo arrangiano alla meno peggio, salgono su bus o littorine per dirigersi in altri comuni perché a San Benedetto il nuoto agonistico è finito. Proprio ora che l’amministrazione comunale ha acceso un mutuo parecchio oneroso per la piscina olimpionica esterna, ci domandiamo chi la utilizzerà? Corsi nuoto, aquagym e altre attività formative e ricreative, non necessitano di una vasca da 50 metri mentre le giovani promesse del nuoto sono state costrette ad andare tutti i giorni a Teramo e Pescara per allenarsi su questa distanza e per essere competitive. Ancora una volta le spese sono state a carico delle famiglie. Una beffa bella e buona – prosegue Orsatti -. Le minoranze si sono chieste perché il nostro ultimo talento, Lorenzo Pignotti, ora andrà a nuotare con una società di Roma? Perché qui ha trovato buoni allenatori ma non ha trovato strutture e, come lui, se n’è andata anche un’altra campionessa Elena Capretta. Siamo amareggiati perché convinti di essere finiti in una guerra politica che ha lasciato da parte il buonsenso. Il nuoto è anche un modo per socializzare per far stare bene i ragazzi ma quanti di loro riusciranno a continuare a queste condizioni? Chiederemo una commissione consiliare per spiegare e far valere le nostre ragioni anche con le minoranze».