ASCOLI PICENO- Nove persone sono state denunciate dalla Guardia di Finanzia di Ascoli per aver truffato 56 persone in Italia, vendendo false polizze assicurative. Le indagini sono partite dopo la segnalazione di un uomo del Piceno, fermato ad un controllo stradale dalle forze dell’ordine. Alla verifica della sua polizza auto, gli agenti hanno scoperto che il certificato di assicurazione era falso. E tutto ciò all’insaputa del titolare della vettura stessa.
Dall’episodio le Fiamme Gialle hanno ricostruito la vicenda, arrivando a scoprire un gruppo di 9 campani, guidato da una donna di 30 anni di Napoli che tramite il web, riusciva a contattare i clienti per proporre loro delle polizze vantaggiose.
La vittima designata della truffa, veniva convinta a compiere l’operazione anche attraverso un sistema di conversazione voip – con centralino telefonico a Milano – che rendeva credibile il prodotto venduto. Successivamente il cliente raggirato pagava la somma pattuita versandola su una carta prepagata, indicata dai truffatori ed intestata ad una persona singola non ad una azienda. La banda poi inviava regolarmente i certificati all’indirizzo dell’acquirente, ma tutto era falso.
«Il fatto di versare il corrispettivo pattuito ad una carta postepay prepagata – spiega il Colonnello Michele Iadarola, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli – avrebbe già dovuto ingenerare dei sospetti nelle persone. Eppoi c’era anche il prezzo di queste polizze, forse troppo vantaggioso per il cliente e che avrebbe dovuto far almeno pensare di trovarsi di fronte a qualcosa di poco chiaro. Ma evidentemente tutto ciò non è stato sufficiente».
Con l’ingegnoso e articolato sistema, fatto di vari passaggi in apparenza credibili, con tanto di invio di documentazione finale alla vittima in tutta Italia sono state truffati 56 cittadini. Gli accrediti complessivi di denaro al momento accertati ammontano a 10 mila euro. Ma le indagini sono ancora in corso. E forse molti altri automobilisti nel Paese potrebbero ancora ignorare di circolare con la loro auto senza una reale copertura assicurativa.
Da notare che alla donna a capo dell’organizzazione criminale e agli altri membri, era stato riconosciuto il reddito di cittadinanza per un totale di 91 mila euro, di cui 55 mila già percepiti. Per questo nei loro confronti è scattata un’altra denuncia, mentre le somme residue sono state bloccate.