Ascoli Piceno-Fermo

Vaccini AstraZeneca, a San Benedetto saltate il 15% delle prenotazioni

Per il sindaco Piunti le rinunce sono molto poche e per l'Area Vasta 5 non si sono creati grossi problemi al programma di vaccinazione. Ma cresce l'allarme

L'ospedale di San Benedetto

ASCOLI – Il ritiro del secondo lotto dei vaccini AstraZeneca nelle Marche, avvenuto su decisione precauzionale della Regione dopo il decesso avvenuto a Biella, sta avendo un impatto negativo sul programma di somministrazione sul territorio.

E questo non tanto perchè non ci sia disponibilità di prodotti, ma perchè molti residenti cominciano ad essere spaventati per i possibili rischi derivanti dall’inoculazione anche solo della prima dose del siero dell’azienda anglosvedese. Questo riguarda in particolare gli anziani, per i quali è in corso di svolgimento da molti giorni ormai, la campagna di vaccinazione.

A San Benedetto le ultime notizie non rassicuranti sulle fiale dell’AstraZeneca – sebbene Aifa e autorità sanitarie continuino a sottolinearne la sicurezza – hanno provocato un chiaro rallentamento degli interventi stabiliti in calendario. Il sindaco Pasqualino Piunti parla di meno di dieci persone che avrebbero rinunciato alla somministrazione, in attesa di capire come comportarsi e quali vaccini saranno disponibili.

Dal Dipartimento di prevenzione dell’Area Vasta 5, si sostiene che non si siano creati problemi in seguito alle informazioni sui casi di reazioni avverse provocate in altre regioni dal siero incriminato – siero che comunque nessuno ancora ha accertato sia la causa dei decessi in Sicilia o Piemonte.

Ma a noi risulta da fonti locali attendibili, un’altra situazione. A San Benedetto negli ultimi giorni già il 15% dei residenti in età avanzata che avevano prenotato l’intervento, non si è presentata all’appuntamento per ricevere la prima dose.

Una percentuale che potrebbe ampliarsi visto il diffondersi delle notizie allarmanti sui casi più gravi anche indirettamente collegate al siero sotto esame. Anche perchè molti figli e parenti di persone anziane, che sono in buono stato di salute prima di sottoporre i propri congiunti ad un vaccinazione che non risulta sicura al cento per cento, ci pensano bene. E valutano se esistono alternative alle scelte programmate per loro dalle autorità politiche e sanitarie.