Attualità

Sedici a processo per il buco di Banca Marche

Ex manager e amministratori a giudizio: il 7 novembre fissata l'udienza gup ad Ancona per reati che vanno dalla bancarotta fraudolenta e documentale al falso in prospetto e ostacolo alla vigilanza degli enti di controllo. La vecchia BM e Bankitalia sono le parti offese

Il logo di Banca delle Marche

Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Ancona, Carlo Cimini, ha fissato al 7 novembre l’udienza preliminare del procedimento per 16 tra ex amministratori e dirigenti della vecchia Banca Marche, affondata da un buco da 920 milioni di euro e poi sottoposta a procedura di risoluzione. La procura di Ancona – i pm Andrea Laurino, Serena Bizzarri e Marco Pucilli – ha indicato la vecchia Banca Marche, nelle persona del commissario liquidatore Bruno Inzitari, e la Banca d’Italia come parti offese nel procedimento in cui vengono contestati, a vario titolo, reati che vanno dalla bancarotta fraudolenta e documentale – anche per la controllata Medioleasing -, al falso in prospetto e ostacolo alla vigilanza degli enti di controllo. Ciò non esclude che altre persone giuridiche o fisiche che si ritengono danneggiate nella vicenda possano chiedere un’eventuale ammissione come parti civili, come nel caso delle Fondazioni ex proprietarie e di altri azionisti che hanno visto azzerati i loro investimenti.

A giudizio vanno dunque l’ex direttore generale di Banca Marche, Massimo Bianconi, l’ex dg Medioleasing Giuseppe Barchiesi gli ex presidenti di Banca Marche Giuseppe Michele Ambrosini e Lauro Costa, il vice presidente Bm Tonino Perini, ed inoltre Paolo Arcangeletti (dirigente Bm), Massimo Battistelli (capo area crediti Bm), Giuliano Bianchi (cda Bm), Bruno Brusciotti (cda Bm), Daniele Cuicchi (capo servizio commerciale Medioleasing), Franco D’Angelo (cda Bm e presidente del collegio sindacale Medioleasing), Claudio Dell’Aquila (vice dg Bm e membro cda Mediolesing), Giuseppe Paci (capo concessione crediti Bm), Marco Pierluca (cda Bm e Medioleasing), Piero Valentini (presidente collegio sindacale Bm), Stefano Vallesi (vice direttore generale Bm e membro cda Medioleasing).

Lo scorso 18 agosto, la procura di Ancona ha chiesto il processo per 17 persone, nell’ambito dell’inchiesta ‘madre’ sul crac dell’istituto di credito marchigiano; in sede di udienza preliminare, oltre ai 16 destinatari delle richieste di rinvio a giudizio, dovrà essere vagliata a parte la posizione di un ingegnere del nucleo tecnico di Medioleasing che è stata stralciata dopo l’istanza di patteggiamento.

Secondo l’accusa della Procura, nella concessione del credito ‘corporate’ della vecchia Banca Marche, dichiarata poi insolvente, furono commessi “plurimi e reiterati gravi fatti di reato” tra il 2007 e il 2012, ma non è stata dimostrata la presenza di “struttura organizzativa delinquenziale stabile” e per questo per gli indagati è stata archiviata l’accusa di associazione per delinquere. Nell’atto, comunque, si ribadiscono le altre accuse: la bancarotta fraudolenta patrimoniale (commessa attraverso plurime operazioni di finanziamento disposte a favore di alcuni clienti di Banca Marche e della controllata Medioleasing spa) e la bancarotta fraudolenta impropria (bilanci al 21 dicembre 2010 e al 31 dicembre 2012 e alla situazione semestrale 30 giugno 2012), contestati anche i reati di ostacolo alle funzioni di vigilanza della Banca d’Italia e il reato di falso in prospetto, in relazione alle notizie circa la situazione patrimoniale della banca inserite nel prospetto informativo redatto in occasione dell’aumento di capitale del febbraio 2012.

Parallelamente è in corso ad Ancona il processo a carico di Bianconi e degli imprenditori Vittorio Casale e Davide Degennaro accusati di corruzione tra privati per irregolari concessioni di finanziamenti e anticipazioni Iva, un procedimento nato da un’indagine stralcio rispetto a quella principale. Al centro del processo un presunto scambio di favori: l’affidamento di finanziamenti contro il passaggio di una palazzina di pregio a Roma, in via Archimede, a una società intestata a familiari di Bianconi. Questo pomeriggio sono stati ascoltati gli esperti della Banca d’Italia incaricati dalla Procura di ricostruire la vicenda dal punto di vista tecnico-contabile e amministrativo.

Restano al vaglio della magistratura le posizioni di grandi clienti ed imprenditori (tra cui grandi gruppi dell’edilizia) coinvolti a vario titolo nel crack: i loro nomi, apparsi più volte tra le carte dell’inchiesta madre, non appaiono per ora né tra le richieste di archiviazione né tra le richieste di rinvio a giudizio.