ASCOLI – Lo stato di agitazione che sta riguardando molti lavoratori nella sanità picena, come illustrato ieri dai sindacati, non sta lasciando indifferente nemmeno la politica. Nelle ultime ore, infatti, ad alzare la voce ci ha pensato anche il Partito Democratico, attaccando duramente la Regione per come è stata gestita la situazione relativa al personale dell’Area Vasta 5. In particolare, la critica viene mossa dal segretario provinciale del Pd, Francesco Ameli.
Le criticità
«La sanità del Piceno è in crisi e le proteste dei lavoratori del comparto, che vedono i loro diritti negati, sono sacrosante – spiega Ameli -. Noi siamo al loro fianco: dopo mesi di prese in giro, con tanto di teatrino per le elezioni politiche, e di accordi firmati ma poi rinnegati, i sindacati continueranno lo stato di agitazione. Dal canto nostro, ci siamo attivati per suonare la sveglia sia al presidente Francesco Acquaroli che al sindaco ascolano Marco Fioravanti, i quali sembrano aver perso la parola in tema di sanità e difesa dei lavoratori. Lo abbiamo già fatto in consiglio comunale, con un’interrogazione a mia prima firma, e in consiglio regionale delle Marche con prima firmataria Anna Casini: un’iniziativa nata dall’ascolto delle istanze dei lavoratori. Ma non hanno dato risposte concrete».
I dubbi
Di qui, dunque, Ameli presenta una serie di richieste alla stessa Regione. «Che fine hanno fatto i 495mila euro della produttività collettiva che sono stati prestati, tramite accordo sindacale, dai lavoratori all’Asur per garantire agli stessi il pagamento delle indennità previste dal contratto collettivo nazionale di lavoro con obbligo di restituzione entro il 31 ottobre scorso? – chiede Ameli -. Quando verranno riequilibrati gli stipendi dei lavoratori del Piceno e resi uguali a quelli dei colleghi delle altre province? Quando verranno presi provvedimenti per garantire le assunzioni promesse in Area Vasta 5? Il rischio palese è che con la nuova riforma sanitaria regionale salti tutto il sistema sanitario pubblico piceno dato che sono a rischio quasi 200 posti di lavoro tra infermieri, Oss e personale sanitario attualmente in servizio a tempo determinato nei due ospedali».