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8 marzo, Longhin di Cgil Marche: «La parità per le donne? C’è ancora strada da fare»

Nonostante le conquiste sociali, economiche e politiche, le donne sono ancora vittime di discriminazione, disparità di trattamento e violenze in ogni parte del mondo. Anche sul fronte del lavoro la parità appare lontana. Ne abbiamo parlato con la segretaria regionale della Cgil

ANCONA – «La parità per le donne? C’è ancora diversa strada da fare». Lo dice la segretaria regionale Cgil Marche Loredana Longhin nella Giornata internazionale dei diritti della donna, che si celebra l’8 marzo di ogni anno. Nonostante le conquiste sociali, economiche e politiche, le donne sono ancora vittime di discriminazione, disparità di trattamento e di violenze in ogni parte del mondo.

Sul fonte del lavoro, tra uomo e donna, la parità appare ancora lontana. Lo dimostrano i dati, evidenzia Longhin, dell’ultimo Rapporto sul Personale maschile e femminile 2020-2021 nelle aziende marchigiane con oltre 100 dipendenti, elaborato dall’Ires Cgil Marche. La fotografia che ne rimanda è tutt’altro che consolatoria, sia sul fronte delle prospettive di carriera, che vedono la donna ancora penalizzata rispetto all’uomo, sia sul fronte salariale: le donne infatti guadagnano meno degli uomini e raramente occupano posizioni di comando.

Anche dal punto di vista delle tipologie contrattuali, alla donna viene più frequentemente applicato quello «delle cooperative sociali» che interessa il 28,7% delle dipendenti. La maggior parte delle lavoratrici donne sono operaie nel 51,5% dei casi, mentre per il 44,9% sono impiegate. Attenzione però perché nel 45,4% dei casi hanno un contratto part-time, mentre solo il 7,9% degli uomini ha un contratto part-time.

Donne in prima fila

«La donna – osserva Loredana Longhin – sconta un gap anche salariale rispetto ai colleghi uomini: le poche donne che hanno raggiunto ruoli dirigenziali percepiscono in media 40mila euro in meno rispetto agli uomini»; un divario che si fa più consistente nei ruoli impiegatizi in cui le donne guadagnano il 39,3% in meno degli uomini. Non solo, «il divario è presente anche sul fronte della formazione professionale a cui solo il 40,9% delle donne lavoratrici dipendenti riesce ad accedere».

Insomma, per la donna nel 2023 è ancora complesso mettere in evidenza tutte le sue potenzialità. Secondo la sindacalista «la donna non viene ancora vista come una risorsa nel mondo del lavoro, come invece è, ma come ancora più dedita alla famiglia, stereotipi che devono essere superati». Per Longhin «occorre puntare su politiche sociali che eliminino disparità e disuguaglianze e che garantiscano servizi di welfare», che consentano alla donna di conciliare i tempi di lavoro con i tempi di vita, come nidi più accessibili.

«Le disuguaglianze e le disparità tra donna e uomo nascono anche da un fatto culturale – spiega -, per questo occorre lavorare nella scuola per rimuovere gli stereotipi, già a partire dagli 8-10 anni e nell’adolescenza». Solo così, secondo Longhin, si possono gettare le basi per un futuro in cui la donna sia protagonista. Questa sera alle 18 in Piazza Roma ad Ancona il sindacato ha organizzato un flash mob dal titolo “Donne in prima fila” sulla situazione delle donne nel mondo.