FABRIANO – Abuso di alcol in prossimità dell’abbazia millenaria di San Biagio in Caprile a Campodonico, frazione di Fabriano, l’associazione culturale cristiana “Dignità e lavoro” torna sull’argomento e replica al sindaco, Gabriele Santarelli. Dall’associazione si era prodotta documentazione fotografica immortalando bottiglie vuote di alcolici e allegandola a una segnalazione inviata alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona, oltre che alle istituzioni religiose e laiche, Regione e Comune. A replicare era stato, solamente, il primo cittadino di Fabriano che aveva evidenziato come si fosse trattato di episodi sporadici, ricordando che comunque la competenza non era riferibile al Comune. Ora, una nuova lettera inviata dall’Associazione ai medesimi destinatari della prima, ad eccezione della Procura.
Il presidente, Valentino Tesei e il vice, Francesco Freddi evidenziano il degrado morale e spirituale. «Non è nostra intenzione dibattere sullo stato di abbandono dell’Abbazia in questione essendo palese e agli atti il degrado della Chiesa al suo interno, di cui il sindaco dice espressamente di non essere sotto la cura del Comune, che è stato per altro confermato dalla comunità locale di Campodonico». Secondo l’associazione «fa male apprendere che l’Abbazia non è mai vista dalle autorità civili locali come luogo millenario di preghiera e di emanazione dei valori di fede cristiani a cui dobbiamo gli odierni diritti umani».
Dall’Associazione evidenziano il silenzio delle Autorità regionali «verso cui avevamo speranze di discontinuità con la passata politica regionale», tornando quindi a bacchettare il primo cittadino di Fabriano. «Sconcerta, poi, il fatto che, per il sindaco Santarelli, la foresteria dell’Abbazia, dove sembrerebbe, a suo dire, esserci una situazione diversa da quella della Chiesa, sia un luogo funzionale per eventi di valorizzazione dei prodotti enogastronomici locali senza nulla togliere agli stessi».
Riguardo al futuro Tesei e Freddi precisano di essere «preoccupati per la futura destinazione d’uso che verrà fatta dell’Abbazia una volta realizzati i lavori di recupero paventati, se mai si faranno» in quanto «non ci entusiasma la trasformazione dell’Abbazia di San Biagio in Caprile a luogo di eventi e promozione delle nostre eccellenze enogastronomiche. Auspichiamo che nella manifestazione d’interesse per la gestione dell’intero complesso si pensi a riaffidarli ai monaci o ad altro ordine religioso che sicuramente saprebbe riportare l’abbazia allo splendore e allo Spirito originario, come richiesto anche dalla comunità di Campodonico».