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Addio reddito di cittadinanza, Fulvi (Pd): «Bomba sociale, a Pesaro 9000 percettori»

La segretaria provinciale chiede alla Regione di istituire un reddito di dignità. «Persone lasciate alla povertà, comuni a rischio»

PESARO – Addio reddito di cittadinanza, la segretaria Pd Pesaro Urbino parla di “una bomba sociale” anche nel territorio. A Pesaro quasi 9000 percettori.

Rosetta Fulvi sottolinea: «L’attacco del Governo Meloni ai poveri lasciati soli con un SMS è una bomba sociale. Il Pd provinciale chiede ad Acquaroli di riparare erogando un ‘reddito di dignità’ regionale. E’ un atteggiamento indegno di un Paese civile e che abbandona i poveri alla loro stessa povertà.

Ad oggi migliaia di famiglie della nostra regione e provincia vengono lasciate in un’incertezza economica senza precedenti, scaricando ai Comuni la responsabilità di stare al loro fianco. Ma con quali risorse economiche e umane? Nessuna! Ecco il grande risultato della destra che governa il Paese: tra il taglio al RdC e al PNRR il Governo Meloni sta scaricando su Comuni ed Enti locali la propria incapacità e inefficienza, oltre alle promesse bugiarde fatte in campagna elettorale».

Di qui la richiesta alla Giunta Acquaroli di un “reddito di dignità” di 500 euro mensili per un anno, per fornire sostegno alle fasce sociali più deboli orfane del RdC e «per difendere i Comuni e i Sindaci da una bomba sociale che potrebbe travolgere la struttura del welfare locale».

Secondo l’Ires CGIL Marche, che ha elaborato i dati INPS, nel 2021 nella nostra regione sono state 19.966 le famiglie beneficiarie del RdC, per un totale di 45.131 persone. Per quello che riguarda la Provincia di Pesaro e Urbino i percettori del RdC al 31/12/2021 erano 4.069 nuclei, mentre le persone coinvolte 8.769.

«Il PD ha sempre ritenuto necessaria – incalza Fulvi – una misura a sostegno della povertà “accertata” (si ricorda anche il REI) per sostenere cittadini e famiglie, presente in tutti i Paesi europei. Ma quello che è stato sbagliato è il collegamento del RdC alle politiche attive del lavoro e la mancanza di controlli tempestivi sugli aventi diritto: questioni che hanno rappresentato il tallone d’achille dell’operazione. La destra che governa il Paese ha attuato una discriminazione per coloro che hanno ricevuto l’SMS dall’Inps introducendo un principio categoriale: si sono divisi i poveri non in base al bisogno ma in base alle caratteristiche della loro famiglia. Le quali dovrebbero essere rilevate solo per identificare l’entità del bisogno e la qualità (se ci sono minorenni, anziani, disabili)».

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