ANCONA – L’Adriatico Mediterraneo chiude con il botto (10mila presenze e tutti gli appuntamenti sold-out): gli Areasud ed Eugenio Bennato incantano il pubblico, ma l’assessore alla Cultura, Anna Maria Bertini, viene contestata sul palco dell’anfiteatro romano. L’AdMed pronto a lasciare Ancona? Fischi e mugolii di disapprovazione nei confronti della titolare alla Cultura del Comune dorico, invitata sul palcoscenico dal direttore artistico Giovanni Seneca. È successo giovedì sera.
Dopo i ringraziamenti di rito del patron della kermesse, Seneca ha quindi invitato Bertini: «Ora vorrei chiamare sul palco l’assess… – e si interrompe – Ah, è già qui». Bertini era infatti dietro di lui, ma Seneca non si era accorto. Le passa un microfono, ci sono alcuni problemi tecnici.
L’assessore lo cambia e inizia a ringraziare i vari sponsor. Poi, Seneca le chiede una previsione per l’Adriatico Mediterraneo 2025, ma lei non cede né si sbottona: «Non voglio sbilanciarmi più di tanto». A quel punto, il direttore artistico la provoca scherzosamente: «Vorrà dire che il prossimo anno saremo a Pesaro».
Era chiaro il riferimento al Kum, che ha fatto le valigie e ha lasciato Ancona per andare nel nord delle Marche. Lei, a quel punto, avvicina di nuovo il microfono e riprende a parlare, dopo che il pubblico ha timidamente riso e applaudito: «Quest’anno è stato fondamentale il contributo e l’apporto della Soprintendenza. Stanno cambiando alcune cose a livello nazionale e locale – ha riflettuto Bertini – Quindi, avremo una nuova configurazione di quelli che saranno i soggetti che lavoreranno all’interno dell’anfiteatro».
E ancora: «Una nuova configurazione che ci permetterà in modo differente di poter potenziare il pubblico. Oggi abbiamo 750 presenze – ma poi si corregge – 750 posti, scusate, e per il prossimo anno il mio intento è aumentarli, aumentare gli spazi e… – tentenna qualche secondo – il palco».
È in questo frangente, verso le 22.05, che Seneca la interrompe ventilando l’ipotesi di un bar negli spazi dell’anfiteatro: «Un bar, consiglierei un bar, assessore», le dice, sempre sorridendo. Ma Bertini, prima di essere contestata, risponde così: «Il bar? Non è possibile qui. Il bar se siamo bravissimi utilizzeremo quello del Duomo, se riusciremo ad attivarlo».
È in questo momento che partono le contestazioni del pubblico, con dei sonori ˊbuhˊ e numerosi fischi per l’assessora. Lei, visibilmente imbarazzata, allarga le braccia e commenta lasciandosi andare ad un rassegnato (?) «Ehhh», al microfono. Ci pensa il direttore artistico – o almeno ci prova – a riportare la calma sotto il Duomo, prima dell’arrivo di Eugenio Bennato.
«Va bene dai – smorza i toni – mi impegno io a trovare qualcuno che possa avere i requisiti della Soprintendenza». Ma l’assessora alla Cultura va avanti e tira dritto per la sua strada: «Indipendentemente da questo, quella del prossimo anno sarà una stagione più intensa, che vedrà anche più soggetti coinvolti. Non solo soggetti locali, perché intendiamo estendere la collaborazione anche a livello nazionale. Poi ci lavoreremo insieme».
Bertini dopo il siparietto si è assentata circa una decina di minuti, forse nel retro del palco. Quindi, poco dopo, il ritorno fra il pubblico, in prima fila, e il proseguo del concerto con il fratello del grande Edoardo Bennato. In tutto ciò, però, una domanda resta: dopo il Kum, le incertezze sulla Mole, sul Lazzaretto e sulla rassegna Spilla, anche l’AdMed, festival internazionale giunto alla sua 18esima edizione, è a rischio?