MACERATA – «Abbiamo convissuto da anni con questo problema e continuiamo, ogni giorno, a conviverci; quello che possiamo fare è continuare a denunciare nella speranza che si sblocchi un Decreto legge fermo in Senato ormai da anni che dovrebbe tutelarci». A parlare è Sandro Di Tuccio, presidente dell’Ordine degli Infermieri di Macerata. Proprio ieri, 5 maggio, nel pronto soccorso dell’ospedale del capoluogo due suoi colleghi sono stati aggrediti da un paziente.
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Erano circa le 13 quando l’uomo, che era in sala di attesa e stava aspettando gli esiti di alcuni esami che aveva appena fatto, ha colpito con un pugno un’infermiera, fratturandole lo sterno, e ha morso al braccio un collega della donna. Per lei 30 giorni di prognosi mentre per lui alcuni punti di sutura. L’uomo, dopo i rilievi effettuati dagli uomini della Volante della Polizia, è stato denunciato.
«Consideriamo che il 95% degli operatori sanitari subisce percosse, che vanno dall’insulto e dalla minaccia fino alla violenza fisica – ha aggiunto Di Tuccio -. L’emergenza Covid ci aveva un po’ distolto da questa tematica ma la verità è che nel nostro lavoro non c’è sicurezza. Ogni giorno, i colleghi, tendono un po’ a disinnescare gli episodi spiacevoli che avvengono sul posto di lavoro ma è nostro dovere denunciare, alle autorità preposte, questo tipo di situazioni per far sì che le segnalazioni siano tante e che qualcosa si muova a livello nazionale come ad esempio l’approvazione di un decreto legge, che prevede condanne severe per chi aggredisce un operatore sanitario, fermo da anni in Senato».
«Noi continueremo a fare degli incontri per tenere alta l’attenzione e per formare, sull’argomento, tutti i colleghi – ha sottolineato il presidente dell’Ordine degli Infermieri di Macerata -. Ci prodighiamo ogni giorno per fare l’impossibile, siamo per tutti degli eroi ma la sicurezza non c’è: questo non è giusto perché purtroppo non si riesce sempre a lavorare in tranquillità e serenamente perché diventiamo il bersaglio continuo di malessere e, spesso, rabbia».
«In passato era stato proposto anche di permettere all’Esercito di poter garantire la sicurezza negli ospedali e soprattutto nei pronto soccorsi proprio perché la vigilanza privata ha dei costi che purtroppo le relative Aree Vaste devono sostenere e che sarebbe invece più giusto investire in sanità se tutti collaborassero per la nostra sicurezza» ha concluso Di Tuccio.