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All’asilo solo se vaccinati, da settembre scatta l’obbligo

E' quanto prevede la Legge Regionale n. 95, che stabilisce, in linea con la normativa nazionale, come requisito per accedere ai nidi e alle strutture educative di competenza regionale l'obbligatorietà per 10 vaccini: Difterite, Tetano, Epatite B, Poliomelite, Pertosse e Haemophilus Influenzae, Morbillo, Parotite, Rosolia e Varicella

ANCONA – All’asilo solo se vaccinati. E’ quanto prevede la Legge Regionale numero 95 varata  nel corso della seduta consiliare del 9 agosto. La norma prevede come requisito per l’accesso ai nidi e agli altri servizi educativi all’infanzia (nidi sperimentali, nidi domiciliari, agrinidi, ecc…) di competenza regionale, il rispetto degli obblighi vaccinali. La legge regionale, in linea con la recente normativa nazionale, stabilisce l’obbligatorietà per 10 vaccini: Difterite, Tetano, Epatite B, Poliomelite, Pertosse e Haemophilus Influenzae da effettuare a partire dal 3°mese di vita, mentre Morbillo, Parotite, Rosolia e Varicella da somministrare a partire dal 13° mese.

Per agevolare l’iscrizione all’anno scolastico 2017-2018, i genitori potranno presentare inizialmente un’autocertificazione sulle vaccinazioni effettuate, ma poi dovranno mettersi in regola e consegnare entro il 10 marzo 2018 la documentazione comprovante le avvenute vaccinazioni.

Nel caso in cui l’obbligo alle vaccinazioni non venga rispettato, per i bambini da 0 a 6 anni, scatta  l’impossibilità di accedere ai nidi, e c’è tempo fino al 10 settembre per mettersi in regola. Dalla scuola primaria in poi invece, bambini e ragazzi possono frequentare gli istituti scolastici ma devono mettersi in regola con le vaccinazioni entro il 31 ottobre, pena multe salate fino a 500 euro. Oltre alle sanzioni pecuniarie, nel caso di inottemperanza, la Asur attiverà l’iter per eseguire le immunizzazioni mancanti.

Esprime soddisfazione Gianluca Busilacchi, consigliere regionale primo firmatario della proposta di legge sull’obbligo delle vaccinazioni: «Fin dall’inizio della legislatura mi sono occupato di questo tema, spinto dal calo nelle vaccinazioni registrato nelle Marche. Una flessione che tra il 2015 e il 2016 era scesa al 92%, valore considerato sotto la soglia di sicurezza (95%) per garantire  la cosiddetta immunità di gregge. Per morbillo e varicella le coperture vaccinali erano crollate, arrivando addirittura all’80% e il rischio infezione presso la popolazione era elevato».

Gianluca Busilacchi, consigliere regionale e membro della II Commissione Consiliare Permanente – www.busilacchi.it

Un iter sofferto quello che ha portato all’approvazione della legge regionale sui vaccini, costellato di accesi dibattiti e contestazioni da parte dei “no vax”, contrari all’obbligatorietà delle vaccinazioni. «Il primo passo che feci insieme ad alcuni colleghi – spiega Busilacchi – fu di presentare una mozione nella quale chiedevamo alla Giunta Regionale di rafforzare le misure per mettere in sicurezza il territorio riguardo al rischio infezioni. La mozione ebbe una certa eco tra gli addetti ai lavori, pertanto iniziammo a lavorare ad una legge regionale che prevedesse l’obbligatorietà delle vaccinazioni per l’accesso ai nidi e alle strutture educative, per i bambini sotto i sei anni di età.  Abbiamo predisposto la legge nell’autunno del 2016 e  questa venne sottoscritta da tutti i colleghi della maggioranza.  Contrario il Movimento 5 Stelle, la cui relatrice, Romina Pergolesi, presentò un rilievo di possibile incostituzionalità della norma, sostenendo che fosse di competenza nazionale.  Si cercò di dare una risposta a questo rilievo, ma a mio avviso sbagliando, perché non si può vincolare la potestà legislativa regionale. Fare in modo che una legge possa essere fermata prima che vada in discussione vuol dire frenare il diritto dei consiglieri. Questo provocò un ritardo di diversi mesi. Insieme a Fabrizio Volpini, presidente della commissione sanità e firmatario della legge, chiedemmo un ulteriore parere a tre costituzionalisti i quali si pronunciarono favorevolmente sulla costituzionalità della legge qualora la stessa si limitasse ad intervenire solo sulle vaccinazioni obbligatorie e per le strutture di competenza regionale, smentendo il parere precedentemente formulato dagli uffici. Poi a giugno arriva l’approvazione del decreto nazionale che andava nella stessa direzione della nostra proposta di legge. A quel punto, la commissione regionale ha giustamente rimandato la discussione in aula e quindi la legge è stata finalmente approvata il 9 agosto in aula con due modifiche. E’ stato un percorso lungo, ma nel periodo in cui la legge era ferma non abbiamo perso tempo. Come gruppo in consiglio regionale, ne abbiamo approfittato per realizzare una campagna informativa per spiegare ai cittadini questa proposta di legge e ascoltare i loro dubbi. In questi incontri ci siamo fatti accompagnare da esperti in ambito nazionale nel campo dei vaccini, per spiegarne l’importanza. Ad Ancona abbiamo anche invitato ad intervenire Alice Pignatti e Rachele Eugeni, due mamme, la prima di Cesena e l’altra di Castelfidardo, appartenenti all’ associazione nazionale “Io Vaccino”».

Una legge che è costata anche delle offese al consigliere regionale Busilacchi. Come lui stesso spiega «ho ricevuto moltissimi insulti e addirittura minacce rivolte persino alla mia famiglia. Qualcuno mi ha anche detto “la pagherai”».

La legge regionale, per fornire una risposta ai dubbi di alcuni genitori, prevede campagne informative, la  realizzazione di un opuscolo, la formazione del personale operante nei servizi educativi e negli uffici vaccinali, oltre all’istituzione di un apposito numero verde.

Di informazione e supporto ai genitori si occupa anche “IoVaccino”, Associazione di Promozione Sociale per la tutela della salute attraverso la prevenzione, che è stata di supporto negli incontri con la cittadinanza attuati dal gruppo consiliare capeggiato da Gianluca Busilacchi. «IoVaccino è un’associazione giovane che ha compiuto da poco un anno – spiega Rachele Eugeni, mamma di due bambini, infermiera presso l’area critica del Salesi e membro di “IoVaccino” -. E’ nata dall’esperienza della presidente, Alice Pignatti, mamma di una bambina che a 40 giorni di vita ha contratto la pertosse dovendo frequentare ambienti in cui c’erano anche non vaccinati. Per chiedere l’obbligo vaccinale nelle scuole, in seguito nacque la pagina Facebook e poi, visto il successo di questa, l’associazione». Oggi “IoVaccino” è una pagina gestita sia da genitori che da professionisti sanitari volontari i quali si adoperano per chiarire i dubbi dei numerosi mamme e papà che vi si rivolgono, è molto seguita ed ha oltre 47mila fan.

«Per aiutarlo al meglio, è importante capire se il genitore è contrario o se è dubbioso. Chi ha già preso una decisione non cerca un dialogo ma lo scontro – spiega Rachele Eugeni –, ne è prova il fatto che al termine della seduta consiliare  a cui ho assistito in mezzo agli altri cittadini, sono stata aspettata all’uscita ed ho ricevuto una serie di provocazioni piuttosto pesanti da un gruppo di genitori che erano stati avvisati in tempo reale su Facebook della mia presenza da uno dei loro leader: il più verbalmente aggressivo è stato lo stesso che in aula augurava, gridando, che la figlia del consigliere Carloni si ammalasse. Non voglio credere sia questo il concetto di libertà che professano. In quanto libera cittadina non trovo giusto dover aver paura di uscire di casa e sentirmi assalire in questo modo, e col mio legale procederemo in tal senso. In ogni caso, comprendo le paure e i dubbi di molti genitori, la scienza è basata su innegabili evidenze che la spingono a trovare risposte che ad oggi ancora non ha, sarebbe importante che i contrari mettessero in discussione le loro certezze. Alcuni pensano al complotto, altri temono le teorie più disparate e antiscientifiche. A tutte queste preoccupazioni riusciamo a dare risposte, ma deve esserci volontà di ascoltare e comprendere che un bambino non vaccinato corre il rischio di soffrire, di ammalarsi. La legge regionale, come ha detto il presidente Ceriscioli, nasce da un metodo e da un lavoro scientifico ed i vaccini sono un importante strumento di prevenzione per tutelare la salute pubblica».

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