FABRIANO – Partecipazione e rinnovamento. Sono stati questi i due concetti che il candidato a sindaco del Pd, Giovanni Balducci, appoggiato dal partito, ha posto sul piatto del confronto con l’alleato Udc.
Ieri, 3 marzo, le delegazioni si sono incontrate per un nuovo faccia a faccia. L’Udc era rappresentato, fra gli altri, dalla segretaria Sandra Girolametti e dall’attuale vicesindaco Angelo Tini. «Abbiamo deciso di iniziare un confronto sui programmi», le uniche parole della Girolametti.
Da casa Pd si sarebbe posto l’accento sulla necessità che il programma sia condiviso, non nelle segrete stanze delle segreterie politiche, ma confrontandosi con i cittadini. Dunque, un’apertura massima verso la città, cercando il contributo di tutti per individuare le soluzioni migliori. Ascoltare i cittadini per scrivere insieme il programma. Quindi, riattivazione di tutti quegli strumenti di partecipazione che con questa Amministrazione comunale hanno segnato il passo: consulte e comitati di quartiere e di frazione, in primis.
Altro tema che sarebbe stato toccato da Balducci e dal Pd, abbastanza indigesto all’alleato Udc, dovrebbe essere stato quello relativo al rinnovamento. Secondo quanto trapela, il candidato a sindaco Democrat avrebbe chiaramente specificato che si aspetta un rinnovamento nei metodi e nei progetti. Ma anche nelle compilazione delle liste che appoggeranno la sua candidatura, fermo restando l’autonomia di ciascuna forza politica. Eppure, diciamo, che il sasso sarebbe stato lanciato e se non sarà raccolto pienamente, ciò non potrà essere imputato a Giovanni Balducci e al Pd.
Questa mossa andrebbe incontro alle richieste che, pare, il Polo 3.0 abbia avanzato durante la riunione avuta, nei giorni scorsi, con lo stesso Balducci. Un inizio di discorso per un’eventuale appoggio al nuovo progetto politico che Giovanni Balducci intende portare avanti. Dal Polo 3.0 non sarebbero rimasti insensibili ad aprire un discorso, ma avrebbero chiesto un chiaro segno di discontinuità nelle liste e, soprattutto, un messaggio inequivocabile di rinnovamento nell’eventuale Esecutivo.