PESARO – A pochi giorni dal primo anniversario della tragica alluvione del 15 settembre, il Vicepresidente del Consiglio regionale Andrea Biancani e la consigliera Micaela Vitri tracciano un bilancio di quanto è stato fatto e delle criticità irrisolte. «Dopo gli annunci e le passerelle – denunciano Biancani e Vitri – restano i ritardi e le mancate promesse. Solo spiccioli sono stati liquidati a cittadini e imprese, mentre restano al palo gli investimenti per le opere pubbliche. Il Governo ha ripetutamente annunciato lo stanziamento di 400 milioni di euro in tre annualità. La premessa è che rispetto al fabbisogno, circa 1 miliardo di danni, questo importo rappresenta il 40% di ciò che servirebbe. Alla Regione sono stati trasferiti i primi 100milioni lo scorso marzo, più esattamente sono arrivati nelle casse regionali 96,7 milioni di euro, ma le liquidazioni vanno a rilento».
I ritardi accumulati stanno mettendo in difficoltà tutti i territori coinvolti. Focalizzando l’attenzione su Cantiano, il comune più colpito nella provincia di Pesaro-Urbino, dove in 7 ore un anno fa le precipitazioni hanno raggiunto i 420 millimetri, la somma ad oggi liquidata per gli interventi di somma urgenza ammonta a 532.311 euro, pari a circa il 33% di un fabbisogno di 1.620.000 euro, già anticipato dall’amministrazione. Per quanto riguarda i contributi di autonoma sistemazione, il Comune solo nei primi otto mesi ha anticipato oltre 120.000 euro a 28 nuclei familiari e ad oggi ne ha ricevuti a rimborso solo 20mila, pari al 15%.
Sul fronte degli aiuti a privati e aziende. Ai cittadini sono stati liquidati un totale di 895.000 euro su 5.194.625 (17% circa), alle imprese 1.080.651 su 9.196.069 (12% circa).
«Vogliamo almeno sperare che i futuri ristori vengano calcolati in proporzione al danno materiale subito, evitando finanziamenti a pioggia, come è stato fatto con i 5000 euro a famiglia e i 20mila euro ad azienda. Ricordiamo inoltre che la Regione ha scelto di stanziare 8 milioni di euro per il sostegno al credito, mentre noi chiedevamo contributi a fondo perduto per ripristinare subito un minimo di tessuto economico e i servizi».
Aprendo il capitolo delle opere di ripristino del patrimonio pubblico e degli interventi di riduzione del rischio idraulico, a fronte di una stima di oltre 50milioni di danni, alcun investimento è stato fatto. «Zero trasferimenti ad oggi per avviare queste opere – evidenziano – nonostante sia urgente intervenire per ripristinare le fogne e gli impianti di depurazione, per liberare le canditoie e le condotte. Tirando le somme – concludono Biancani e Vitri – se l’Emilia Romagna lamenta ritardi, le Marche non stanno meglio. La Regione continua a non ascoltare i Comuni che da mesi chiedono l’apertura di un ufficio tecnico-amministrativo di supporto, serve una struttura ad hoc che coordini le procedure e affianchi le amministrazioni. Per superare le lungaggini burocratiche e gli impedimenti formali occorrono soluzioni in deroga e un coordinamento efficace, così come era stato d’altronde promesso a sindaci e cittadini dalla Regione».