SENIGALLIA – È stata rinviata l’udienza preliminare relativa all’alluvione che colpì la spiaggia di velluto nel maggio 2014. Per un difetto di notifica degli atti, il primo passo – che potrebbe coincidere con il rinvio a giudizio degli otto indagati tra cui il sindaco e l’ex sindaco di Senigallia – è stato rimandato al prossimo 25 febbraio 2019.
Stamattina sarebbe dovuto iniziare il procedimento davanti al Gup Francesca De Palma, ma l’udienza preliminare è slittata perché per alcuni degli indagati la notifica di chiusura delle indagini è stata effettuata non al domicilio eletto ma presso l’ente in cui rivestono il ruolo.
Un difetto tecnico, quindi, che però ha causato un ritardo nell’inizio del procedimento penale di tre mesi. Inoltre uno degli indagati non è stato sentito nell’interrogatorio di garanzia, motivo per cui il gup ha optato per rimandare l’udienza.
Indagati sono, oltre al sindaco Maurizio Mangialardi e all’ex sindaco Luana Angeloni, il comandante della Polizia Municipale e allora responsabile della Protezione civile Flavio Brunaccioni, il dirigente dell’area tecnica Gianni Roccato, il dirigente del settore ambiente e protezione civile della Provincia di Ancona Massimo Sbriscia, il segretario generale dell’Autorità di Bacino della Regione Marche Mario Smargiasso, il segretario dell’Autorità di Bacino Libero Principi e l’ingegnere consulente del comune di Senigallia Alessandro Mancinelli.
I reati contestati vanno dal pluriomicidio colposo al disastro ambientale, dall’inondazione alle lesioni fino all’abuso d’ufficio e falsità ideologica. Tra le parti civili si sono quasi 500 persone (solo l’Unione Nazionale Consumatori ne ha circa 390) e lo stesso Comune di Senigallia.