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Alluvione, ai funerali di quattro delle undici vittime il vescovo Manenti: «Mettete in sicurezza il territorio»

Migliaia di persone si sono radunate al campo sportivo di Pianello di Ostra per stringersi attorno ai familiari delle persone che hanno perso la vita a causa della piena del fiume Misa del 15 settembre. La fidanzata: «Ti aspetterò per sempre»

OSTRA – A Pianello di Ostra è il giorno del commiato e del cordoglio. Migliaia di persone si sono radunate in silenzio e con compostezza al campo sportivo locale per stringersi in un grande abbraccio attorno ai familiari e agli amici delle quattro persone – Andrea Tisba, 25 anni, suo padre Giuseppe Tisba, 65 anni, Diego Chiappetti, 52 anni e l’84enne Fernando Olivi – che hanno perso la vita nella piena che ha spazzato via la frazione ostrense nella notte di giovedì 15 settembre.

Le bare hanno fatto il loro ingresso portate a spalla dai rappresentanti dei vari gruppi di protezione civile che da mezza Italia sono accorsi nella valmisa, ed erano scortate dalle realtà locali come la Croce Rossa Italiana e la Croce Verde di Ostra, in un cordone di forze dell’ordine come nelle grandi occasioni.

Alla presenza di numerosi volontari e delle autorità civili, politiche e militari, tra cui il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, il consigliere regionale Maurizio Mangialardi e vari sindaci della vallata, il vescovo Franco Manenti ha celebrato la messa pronunciando una toccante omelia: ha espresso parole di speranza e consolazione per le famiglie così duramente colpite dal lutto, così come coloro che si sono visti spazzare via le proprie case dalla furia dell’acqua che ha portato via beni e ricordi.

Il vescovo della Diocesi senigalliese ha invitato le persone a non dare spazio alla paura, facendo invece posto alla fede. Tenere aperta la relazione con Dio, senza smarrirsi, in «Dio che vince la morte, anche se ciò non lo potremo conoscere in anticipo ma solo continuando ad avere fede. Oggi l’invito di Gesù è a non lasciarsi vincere dal timore, che può avere tanti nomi come smarrimento, turbamento, scoraggiamento, risentimento per la morte scioccante di Andrea, Giuseppe, Diego e Ferdinando e altre sette persone. Mi rivolgo ai familiari: Gesù ci invita ad avere fiducia in lui, non come un guaritore ma come il reale salvatore della nostra vita». Mons. Manenti si è speso poi in un appello alle autorità ed ai governanti: «Una precisa richiesta arriva dal territorio ed è rivolta agli amministratori di ogni livello perché finalmente intraprendano un’incisiva e tempestiva azione di messa in sicurezza del territorio; perché non accada ancora che l’acqua, bene prezioso e fonte di vita, porti morte e devastazione nelle nostre case».

Al termine della cerimonia funebre, in cui sono stati anche ricordati i dispersi di Barbara, Mattia e Brunella, invocandone il ritrovamento, hanno preso la parola i volontari della Croce Verde di Ostra, tra le prime realtà a essere intervenute nel disastro che ha colpito il paese: hanno rimarcato la loro funzione di essere sempre presenti e operativi, per tutti, allo scopo di aiutare l’intera comunità a ripartire. Subito dopo sono intervenuti gli amici di Andrea e i compagni di squadra: ne hanno sottolineato il carattere simpatico e socievole ricordando alcuni aneddoti. «Eri una splendida persona, con il tuo sorriso, con la tua loquacità e capacità di stringere sempre amicizia con tutti. C’eri sempre per gli altri, non facevi mai mancare la tua vicinanza». Un ricordo è andato anche al padre Giuseppe: «Ciò che eri, che sei e sarai è merito della tua famiglia, specie tuo padre Peppe» definito dalla fidanzata Emma «gigante buono». Una poesia a chiudere l’ultimo saluto, mentre la ragazza ha promesso: «Ti aspetterò per sempre». Ai giovani è andato infine il pensiero dell’ostrense padre Pierluigi Allegrezza Giulietti, frate francescano di Montefiorentino: ha voluto ricordare i ragazzi che con spirito di solidarietà e responsabilità si sono rimboccati le maniche per aiutare la comunità, definiti angeli del fango: «Loro sono la nostra speranza».

Testo e foto di Lorenzo Ceccarelli e Carlo Leone