PESARO – Alluvione Pesaro, ma tutta l’acqua è finita in mare e non è stata trattenuta negli invasi. Il vicepresidente del Consiglio regionale, Andrea Biancani (Pd), chiede alla Regione di sollecitare Enel per la pulizia degli invasi della provincia di Pesaro.
«Sembra un paradosso, ma nonostante l’enorme quantità di pioggia scesa nelle prime settimane di maggio, 167 mm in venti giorni, per l’estate rischiamo comunque la crisi idrica».
«La scorsa estate, il 5 luglio, in piena emergenza siccità – ricorda Biancani – abbiamo approvato diversi atti di indirizzo, tra i quali una mozione del gruppo Pd, di cui ero il primo firmatario, che chiedeva precisi impegni per fronteggiare la riduzione di acqua potabile, in previsione dell’estate 2023. Rispetto agli impegni presi, dalla risposta di oggi è emerso che concretamente nulla è cambiato. Si continuano a fare annunci, ma non vengono avviate azioni concrete».
«I tre invasi nella provincia di Pesaro e Urbino, dati in gestione ad Enel Green Power fino al 2029, hanno ormai una capacità di raccolta ridotta, meno della metà dei volumi iniziali, a causa dell’interramento dovuto all’accumulo di materiali inerti. L’unico progetto avviato è quello relativo alla diga del Furlo, il cui sfangamento tuttavia non è ancora partito. Per i restanti due, San Lazzaro e Tavernelle, non sono stati neppure definiti i progetti di fattibilità. Continuiamo a perdere quantità enormi di acqua piovana, preziosa soprattutto nei periodi siccitosi, perché i bacini non vengono puliti e la loro potenzialità non è pienamente sfruttata. Dalle verifiche e dagli studi svolti dalla Regione, la soluzione dei piccoli invasi è stata scartata, perché troppo costosi e difficili da gestire, si punterà sulla creazione di grandi bacini. Solo la pulizia di quelli esistenti consentirebbe di recuperare metri cubi di acqua sufficienti a coprire il fabbisogno idrico per ulteriori 40 giorni nella nostra provincia».
Biancani chiude: «Visto il ripetersi di questi fenomeni meteo improvvisi e violenti, la Regione faccia la sua parte, sollecitando Enel per realizzare subito lo sfangamento delle dighe, senza aspettare la scadenza del 2029. Se gli invasi avessero una maggiore capacità ricettiva, si ridurrebbero anche le esondazioni dei fiumi, svolgendo un vero e proprio controllo delle piene. L’acqua sarebbe trattenuta e non si riverserebbe sulla costa. Ripristinare il pieno volume di questi bacini significa anche abbassare la probabilità di allagamenti, soprattutto in prossimità delle città».
L’interrogazione è stata sottoscritta anche dalla consigliera regionale Micaela Vitri.