SENIGALLIA- Il 3 maggio 2014 la zona nord della spiaggia di velluto era stata invasa dall’acqua che aveva causato tre vittime, arrecato seri danni a quasi 5 mila abitazioni. La Procura aveva aperto un’inchiesta. A distanza di quasi tre anni, ieri si sono chiuse le indagini preliminari. Si apre lo scenario di un possibile processo.
Le indagini
Più di cento le persone chiamate in Procura come persone informate sui fatti, tra queste, anche diversi rappresentanti delle istituzioni. Tanti gli atti passati all’esame dalla Magistratura, tra questi, anche una relazione stilata dalla forestale. Lo scenario di un processo penale apre agli alluvionati la possibilità di costituirsi parte civile
L’evoluzione
«In sede di processo le persone potranno chiedere che gli vengano riconosciuti i danni morali – ha spiegato Roberto Paradisi – L’obiettivo è quello di aprire una procedura per ottenere un risarcimento, non un indennizzo». Nelle prossime ore potrebbero uscire i primi nomi: «C’è un’alta probabilità che dei rappresentati delle istituzioni potrebbero essere iscritti nel registro degli indagati», afferma Domenico Liso, avvocato.
Il coordinamento comitati
Ad annunciare battaglia, il coordinamento comitati “Alluvione Senigallia 2014” formatosi dopo l’alluvione e che da quasi tre anni sta seguendo passo passo l’indagine della magistratura in attesa di avviare la richiesta di un risarcimento.
L’indennizzo
Lo scorso 29 settembre era terminata la fase per avviare la richiesta d’indennizzo da presentare in comune allegata ai documenti che attestavano le spese. Erano state 996 le domande pervenute in Comune per richiedere il contributo che prevedeva un indennizzo pari all’80% per la prima abitazione e 50% per la seconda abitazione. Dei danni riportati dagli immobili privati era possibile ottenere un risarcimento per un massimo di 150 mila euro. Sono invece stati 704 gli alluvionati che hanno preso fino a 10 mila euro, 215 quelli che hanno ricevuto un indennizzo che va dai 10 ai 30 mila euro, mentre sono 39 quelli che hanno ottenuto un risarcimento che va dai 30 ai 60 mila euro sono 7 tra i 60 mila e i 90 mila euro, 1 sopra i 100 mila euro.