Pesaro

Alzheimer, Biancani: «Galantara non basta, la Regione sostenga il volontariato»

Nelle Marche 17 mila persone soffrono della malattia. Il consigliere: «Serve un riconoscimento per chi dà sostegno alle famiglie»

PESARO – Malati di Alzheimer, Galantara non basta. Questo quanto sostiene in una interrogazione il vicepresidente del consiglio regionale Andrea Biancani che chiede il riconoscimento e la valorizzazione delle realtà di volontariato che fanno attività per le persone affetta da disturbi neuro-cognitivi e demenza.

«Nel nostro territorio, purtroppo, sono sempre di più le persone, in particolare gli anziani, che sviluppano patologie cronico-degenerative che comportano disturbi neuro-cognitivi, la demenza e l’Alzheimer. Basti pensare che nelle Marche gli ultrasessantacinquenni rappresentano circa un quarto della popolazione e fra questi circa 35000 soffrono di demenza o di disturbi neuro-cognitivi minori, di cui oltre 17000 di Alzheimer. Nella nostra provincia parliamo quindi di migliaia di persone a cui attualmente il sistema sanitario fatica a dare risposte concrete, creando notevoli disagi per molte famiglie».

Di recente è arrivata la buona notizia della riapertura a Galantara di 8 posti letto per malati con patologie medio-gravi, ma per Biancani «è evidente che questi non bastano a soddisfare la domanda, costringendo tante famiglie ad accudire, con grandi sforzi e costi, i loro cari in casa. Davanti a migliaia di richieste che arrivano da tutto il territorio i posti disponibili sono poche decine. La risposta che il nostro sistema socio-sanitario dà nei territori purtroppo è insufficiente, in particolare nella fase iniziale e lieve della malattia, dove la famiglia deve gestire sostanzialmente da sola la situazione. L’intervento di tante associazioni di volontariato che forniscono luoghi di aggregazione e servizi importantissimi per queste persone risulta, in molti casi, indispensabile per dare una prima risposta alle persone e alle loro famiglie. Un esempio è l’associazione Nonno Mino che gestisce centri e attività a Pesaro, Urbino, Tavullia e Vallefoglia».

Per il consigliere «ad oggi, però, manca da parte della Regione il riconoscimento del grande lavoro che le associazioni fanno. Per questo, nell’interrogazione propongo alla Regione di formalizzare un percorso di collaborazione con gli enti del terzo settore che gestiscono tali attività di volontariato nei confronti delle persone affette da demenza, disturbi neuro-cognitivi e Alzheimer (così come già sperimentato per altre patologie) che sono diventati, nel tempo, punti di riferimento anche per il sistema socio-sanitario di assistenza territoriale, proprio perché danno risposte in un’area della prevenzione nella quale purtroppo il servizio pubblico non è strutturato per intervenire direttamente. La Regione avvii un percorso di riconoscimento e sostegno anche attraverso dei bandi appositamente dedicati o con il coinvolgimento degli Ambiti Territoriali e Sociali».