LORETO – La malattia di Alzheimer è la causa più frequente di demenza, e la demenza nelle Marche – una delle regioni col maggior numero di anziani – affligge oltre 30mila persone ultra65enni. Un numero destinato purtroppo a crescere per il progressivo invecchiamento della popolazione, un numero che può e deve essere fronteggiato con una virtuosa e professionale attività di assistenza. Una risposta progettuale in questo senso giunge dalla Fondazione Opere Laiche lauretane in collaborazione con il Comune di Loreto – assessorati ai Servizi sociali e alla Famiglia. Il percorso da seguire, per ora del tutto sperimentale, è stato presentato nei giorni scorsi dal neuropsichiatra professor Osvaldo Scarpino all’intero cda della Fondazione con la presenza del vicesindaco di Loreto Nazzareno Pighetti e del dg della Fondazione Massimiliano Russo. Si tratta di un servizio di accoglienza mirato a chi è affetto da Alzheimer nella fase iniziale, caratterizzato da costi ridotti che vuol soddisfare il forte bisogno di sostegno espresso dalle famiglie dei malati. La finalità di questa pianificazione è, in sintesi, quella di realizzare un luogo informale e protetto, confortevole e appositamente arredato, denominato “Centro d’incontro”, in cui gli utenti potranno trascorrere le mattinate in una atmosfera rassicurante, accanto ai familiari, dove l’assistenza sarà assicurata da personale altamente qualificato e da volontari. La location individuata dovrebbe essere ubicata al Centro Alice in via San Giovanni Bosco che già ospita un centro per disabili.
L’equipe di servizio è molto ampia, composta oltre che da un volontario e da un familiare impegnati a turnazione, da un operatore socio-sanitario, un neurologo, uno psicologo, un coordinatore per questioni organizzative. Il nuovo “Centro d’incontro”, durante un periodo sperimentale di almeno un anno, sarà aperto ad un gruppo di 10-12 utenti, dal lunedì al venerdì in orario 8.30 – 12.30. Gli ospiti-utenti saranno individuati rispetto ad uno stato di malattia ben definito: un grado di demenza lieve e moderato (in assenza di gravi disturbi psichici, comportamentali e funzionali), con particolare riguardo all’autonomia motoria e alla continenza sfinterica. Gli anziani saranno impegnati, per l’arco dell’intera mattinata, in attività generali di socializzazione, animazione, occupazionali o più specifiche di stimolazione sensoriale, motoria e cognitiva, con tecniche di ginnastica dolce, memory training, validation, reminiscenza, sotto la supervisione periodica dello psicologo (quattro ore al mese) ed il monitoraggio continuo dello staff di progetto. Saranno incoraggiate sinergie con i servizi territoriali esistenti e con le realtà produttive locali, per poter offrire servizi addizionali a costi sostenibili . Il primo step sarà costituire a Loreto un’associazione Alzheimer formata da volontari e familiari dei malati. Tutti i soggetti coinvolti, dall’operatore sanitario ai volontari, prima di entrare nello staff del “Centro d’incontro” dovranno frequentare corsi di formazione, mentre la formazione per i familiari degli utenti sarà in itinere. I familiari saranno inoltre invitati a partecipare ad eventi formativi-informativi organizzati da altri enti o associazioni, sempre nell’ottica di creare sinergie con i servizi già esistenti sul territorio per ridurre ed ottimizzare i costi. Il progetto proporrà una scrupolosa attività di valutazione, non solo volta a tener conto delle variazioni cognitive, funzionali, psichiche e comportamentali degli utenti tramite la rilevazione di dati clinici. Molta attenzione sarà infatti dedicata al gradimento del servizio, tramite la raccolta periodica di opinioni, suggerimenti, critiche da parte dei familiari e dei volontari.
«Con questa iniziativa Fondazione Opere Laiche Lauretane e Casa Hermes in collaborazione con il Comune di Loreto, con l’eventuale sostegno della Fondazione Carilo, dimostra ancora una volta di essere vicino ai bisogni e alla cura di chi è più fragile. Il morbo di Alzheimer colpisce un numero crescente di persone anche nelle Marche e la nostra vuole essere una risposta pronta e attenta ad una delle patologie che nell’anziano sono tra le più diffuse. Il progetto va anche in aiuto alle stesse famiglie di chi è malato di Alzheimer che spesso devono affrontare percorsi delicati e dolorosi nell’assistenza ai propri cari», spiega il presidente di Fondazione Opere laiche e Casa Hermes Italo Tanoni.