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Ambito 10 di Fabriano, tariffe servizi alla persona: da gennaio si chiede agli utenti il contributo alla spesa

Le famiglie che usufruiscono del servizio di assistenza educativa domiciliare per soggetti disabili sono chiamate a contribuire alla spesa. Diversi genitori lanciano l’allarme per gli aumenti, anche 200 euro al mese

Una veduta di Fabriano

FABRIANO – Nuove tariffe nell’Ambito 10 di Fabriano per i servizi alla persona. Entra in vigore il 1° gennaio – si è posticipata la scadenza del primo settembre per dare maggior tempo all’utenza – il nuovo regolamento per tutti i Comuni dell’Ambito per l’accesso alle prestazioni sociali.
Tra le novità, per le famiglie che usufruiscono del servizio di assistenza educativa domiciliare (un determinato numero di ore al giorno di assistenza a casa) per soggetti in condizione di disabilità, «sarà prevista una compartecipazione alla spesa determinata tramite Isee», si legge nella lettera, dell’Ambito 10 e recentemente inviata alle famiglie. Diversi genitori lanciano l’allarme per gli aumenti, anche 200 euro al mese e chiedono un trattamento diverso. La quota va da 1 euro per chi ha reddito nullo o minimo, fino ad 8 euro l’ora per chi ha Isee sopra 40 mila euro.

Le proteste dei genitori

«È già vergognoso chiedere soldi per servizi che spesso sono rivolti a bambini e disabili gravi. Anche con redditi minimi è difficile sostenere le spese richieste. Questo aumento è avvenuto con l’approvazione della giunta comunale», evidenzia un genitore. «Ho chiesto chiarimenti al sindaco Santarelli, ma sembra che questo è l’unico modo per avere più fondi per servire più utenti. L’intenzione può essere nobile – prosegue – ma nei fatti chi paga sono sempre i più deboli e fragili. Richiedere un aiuto non è e non deve essere un privilegio, le malattie non guardano nella faccia e nel portafoglio di nessuno».

Lo scontento è palpabile. «Mettiamoci poi la necessità di fare mutui per avere una casa a misura di disabile, comprare un mezzo di trasporto adattato a persone non deambulanti. E ogni anno che passa i fondi vengono sempre a calare. Avere ora l’aggravio di sostenere la spesa dell’educativa domiciliare è un macigno che si poteva evitare», confida una mamma.

L’anno Covid-19, poi, ha peggiorato tutto. «Noi familiari siamo soli con i nostri figli e in questo ultimo anno, complice il Coronavirus, siamo stati veramente chiusi nelle nostre case per evitare che il contagio colpisca i bambini. L’Educativa domiciliare diventa così uno strumento di un grande aiuto per supportare le difficoltà di ogni giorno e allo stesso tempo per consolidare le abilità. Posso comprendere la richiesta di contributo minimo familiare, ma la somma richiesta è veramente un’esagerazione», racconta un altro genitore. I genitori, quindi, chiedono di rivedere queste tariffe.

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