Senigallia

L’amministrazione comunale “bacchetta” i vecchi cda della fondazione Città di Senigallia

La restituzione ad Autostrade per l'Italia di oltre 14 milioni di euro alla base della critica politica di Olivetti e della maggioranza di centrodestra: «Condotta incauta dei precedenti Cda che espone oggi la Fondazione al serio rischio di non poter garantire la continuità gestionale dell’Ente»

La residenza protetta della fondazione Città di Senigallia
La residenza protetta della Fondazione Città di Senigallia

SENIGALLIA – La gestione della fondazione Città di Senigallia, all’indomani della sentenza in primo grado sul maxi indennizzo per l’esproprio dei terreni, sarebbe dovuta essere particolarmente cauta nel gestire i 20 milioni di euro pagati da Autostrade per l’Italia, ma così non è stato. Ora in cassa rimangono “solo” 8,5 milioni a fronte dei 14,5 che deve restituire dopo l’Appello e la Cassazione. A sostenerlo è l’amministrazione comunale senigalliese che prende spunto dagli ultimi sviluppi – peraltro attesi – in merito alla grave situazione dell’ente socio assistenziale per attaccare i precedenti Cda.

L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 10643 del 2023 ha concluso il contenzioso giudiziario promosso dalla fondazione Città di Senigallia nei confronti della società Autostrade per l’Italia spa. Mentre in primo grado il tribunale aveva ritenuto fondate le pretese della fondazione condannando Autostrade per l’Italia a versare la somma di € 18.988.893,84  oltre I.V.A. e spese legali, in secondo grado la sentenza è stata ribaltata o quasi: la Corte di Appello di Ancona ha ritenuto nel 2017 che il valore delle aree espropriate fosse notevolmente più basso, imponendo la restituzione di parte dell’indennizzo. Giudizio poi confermato dalla suprema corte a cui aveva fatto ricorso la stessa fondazione senigalliese. La fondazione deve oggi restituire ad Autostrade per l’Italia una somma superiore ai 14 milioni e mezzo di euro che però non sono più nella sua disponibilità. Secondo il commissario straordinario Canafoglia, in cassa oggi ci sono rimasti solo € 8.515.189,59.

«Il provvedimento del Tribunale in primo grado, come previsto dal Codice di Procedura Civile, era provvisoriamente esecutivo – interviene l’amministrazione Olivetti. Ovvio che proprio l’avverbio “provvisoriamente” avrebbe dovuto mettere in guardia gli amministratori della Fondazione e farli essere particolarmente cauti nel gestire una così cospicua somma, perché come è noto, la legge prevede che qualora nei successivi gradi di giudizio, il provvedimento fosse stato modificato o annullato, l’Ente avrebbe dovuto restituire in tutto o in parte quanto incassato, come poi accaduto».

Da sinistra il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi, il presidente della Fondazione Città di Senigallia Michelangelo Guzzonato e il direttore della struttura Francesco Costanzi
Da sinistra l’ex sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi, l’ex presidente della Fondazione Città di Senigallia Michelangelo Guzzonato e l’allora direttore Francesco Costanzi nel giugno 2020

«La vecchia Amministrazione della Fondazione Città di Senigallia – continuano Olivetti e la compagine di governo cittadino – presieduta dal Dott. Michelangelo Guzzonato (FOTO A DESTRA), fino all’avvento della nostra Amministrazione, invece che conservare i soldi riconosciuti con il provvedimento di primo grado, ha (come si legge nella nota del Commissario) speso  gran parte del denaro incassato per la ristrutturazione delle due palazzine (inaugurate con grande enfasi sulla stampa locale, nel novembre 2016), per l’acquisto del Musinf, ed infine per ripianare le perdite di esercizio che in quegli  anni la Fondazione registrava. E’ evidente che, questa condotta non proprio cauta, espone la Fondazione al serio rischio di non poter garantire la continuità gestionale dell’Ente, che oggi si articola nell’attività di Residenza Protetta, dove sono ospitati 42 anziani; nell’assistenza degli oltre 15 malati psichiatrici e degli 8 anziani alluvionati, ancora oggi ricoverati presso la Fondazione; nell’attività di sostegno in favore di oltre 130 famiglie in difficoltà economiche e nell’attività di educazione musicale rivolta ad oltre 400 ragazzi senigalliesi, senza tener conto dei tanti lavoratori occupati oggi nella struttura».

Un dato inconfutabile secondo l’amministrazione comunale senigalliese, un rischio prevedibile tanto che l’ultimo cda si era proprio per questa criticità dimesso nell’estate 2021. Ne seguì la gestione commissariale decisa dalla Regione Marche dal febbraio 2022 all’aprile 2023, oggi prorogata per un altro anno, nel tentativo di ripianare la situazione. «Questa  scelta è stata avversata in tutti i modi dalle attuali minoranze consiliari con una massiccia campagna stampa e financo con un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. I Consiglieri di minoranza in questi ultimi mesi, infatti, hanno innescato una polemica infinita sul Commissariamento, negando qualsiasi situazione di crisi, che invece oggi viene prepotentemente alla luce». 

Dopo l’appello alla politica del commissario Canafoglia perché tutti collaborino alla risoluzione della criticità, l’amministrazione Olivetti conclude: «Noi fin da ora possiamo garantire che ci adopereremo per tentare di dare il nostro contributo, nel rispetto della legge e delle nostre competenze, pur consci delle enormi difficoltà che incontreremo durante questo percorso, per la salvezza della Fondazione. D’altro canto  chiediamo e pretendiamo che sia fatta ampia luce sui fatti ed individuata la  responsabilità di quanto accaduto. Non possiamo rassegnarci alla perdita di un così ingente capitale destinato alle categorie più deboli».