ARCEVIA – Con il “sì” compatto della maggioranza e il “no” della minoranza, il consiglio comunale di Arcevia ha approvato la costituzione e lo statuto dell’unione dei comuni “Le terre della Marca Senone”. Un atto che segue quanto deciso dai consigli comunali di Senigallia, Barbara, Serra de’ Conti e Trecastelli che già si sono espressi positivamente sulla costituzione di un nuovo ente sovracomunale per la gestione di alcuni servizi, come già avviene per i servizi sociali.
«È un momento storico e importante per la nostra città, che sceglie insieme ad altri 6 comuni – ha dichiarato il sindaco di Arcevia e presidente del Cogesco Andrea Bomprezzi – di condividere un percorso di associazionismo serio e rigoroso, che permetta di consolidare ciò che è stato fatto insieme e di affrontare con strumenti efficaci nuovi le future sfide che attendono il nostro territorio».
Le problematiche per i vari comuni sono ben note a tutti i sindaci, sia per i vincoli legati alla spesa in generale, in particolare per l’assunzione del personale e dei mutui, sia per il calo costante dei trasferimenti e delle entrate tributarie.
«L’aver svolto per tre anni, attraverso l’ufficio comune, i servizi sociali insieme, ci ha permesso di dare prestazioni uniformi e a pari costo a tutti i cittadini della valle, e in più siamo riusciti a trovare attraverso progettazioni più di 6 milioni di euro di finanziamenti, che non avremmo mai potuto ottenere come singoli comuni».
L’unione dei comuni rappresenta una potenzialità in più anche in virtù del fatto che le province sono state depotenziate: presentarsi assieme ai tavoli di confronto regionali diventa quindi decisivo perché Le Terre della Marca Senone sono ora la realtà «più importante per consistenza economica, territoriale e di popolazione della Regione Marche. Si tratta di una sfida difficile, non lo nascondo, con alcune incognite, ma è anche una sfida strategica entusiasmante per il futuro del nostro territorio, per progettare nuove modalità di servizi, e nuove politiche di tutela ambientale, di valorizzazione turistica e culturale».
Tra gli aspetti positivi, conclude il sindaco Bomprezzi, c’è anche il fatto che, storicamente, i territori della valle del Misa e Nevola hanno sempre lavorato insieme, e che l’unione non cancellerà le peculiarità specifiche.